Sacripanti non boccia la Juvecaserta



Coach Sacripanti

«Mi sembra doveroso iniziare questa conferenza stampa, porgendo le nostre scuse a Varese per il campo impresentabile e dove si è pattinato per tutto il match». Questo il primo intervento, questo il primo commento di coach Pino Sacripanti nell’immediato post partita della sfida contro la capolista Cimberio. Un commento su di un dato di fatto che è stato anche causa di due infortuni in casa Juve che potrebbero anche rivelarsi più gravi di quanto si potesse pensare. Di sicuro non far rientrare Chatfield dopo la sua scivolata che lo ha anche costretto a rientrare negli spogliatoi, o far rientrare Michelori e farlo uscire dopo un paio di azioni per il ginocchio dolorante, sono stati dei segnali eloquenti di due stop che potrebbero costare caro alla truppa di coach Sacripanti che infatti ha cosi continuato sull’argomento: «C’è un detto che dice ‘chi la fa l’aspetti’. Se questo campo ha impedito a Varese di correre e quindi un vantaggio per noi, dal momento che stiamo parlando della formazione che è prima nei punti generati dal contropiede in questo campionato, dall’altro ci ha dato una brutta botta con due infortuni che potrebbero pesare tantissimo contando anche una situazione di mercato bloccata al momento per le questioni societarie. Quindi ci ritroviamo con un’altra sconfitta sul groppone ed un’infermeria piena».

L’impressione sugli infortuni?



«Chatfield è andato ko subito e proprio non riusciva a stare in campo, Michelori come avete visto ci ha provato, ma il dolore si faceva sentire e quindi l’abbiamo dovuto sostituire subito. Quello di Andrea, in particolare, è quello che mi dispiace di più per un semplice motivo ovvero quello delle sostituzioni e rotazioni. Se eravamo riusciti a mascherare l’assenza di Chatfield, non siamo riusciti a farlo con quella di Michelori. Se avessimo avuto la possibilità di averlo in campo ed alternalo ad Akindele, forse arrivavamo alla parte finale del match con maggiore lucidità di quanta ne abbiamo avuta per il fatto di aver giocato praticamente in sei.

Nonostante tutto si è arrivato ad un’azione dal cambiare l’inerzia del match. La domanda, dunque è: il match è cambiato su quel non fischio su Jelovac?

«Sinceramente quello è stato un non fischio che mi ha fatto arrabbiare molto. Era evidente e chiaro che il corpo del difensore fosse caduto sul tiratore. Se pure l’arbitro di fondo che era li non l’aveva visto e fischiato poteva essere fischiato da chiunque perché era molto evidente. Non piango mai sulle decisioni arbitrali e quindi non lo faccio ora, anche perché forse avremmo perso comunque. Il dato di fatto però è stato che i due liberi potevano darci una carica in più e invece siamo andati dall’altra parte e abbiamo subito una tripla che ci ha spezzato le gambe. Senza contare che a mio modo di vedere la partita l’ha cambiata Polonara con quelle triple e palle recuperate che hanno scavato un divario importante. Faccio i complimenti alla squadra fino ad un certo punto e cioè fino a quando abbiamo mollato le briglie del match come di solito facciamo in trasferta e abbiamo concesso punti facili a Varese. Questa volta la mancanza di lucidità, forse, ha avuto la sua importanza, ma è un qualcosa che dobbiamo cancellare».

Come è stato lavorare in una settimana in cui si è parlato solo di società?

«E’ come se ci fossimo isolati. Abbiamo pensato solo ad allenarci ed anche in maniera dura. Tutti volevamo riscattare Roma. Mordente ha voluto giocare nonostante il problema alla coscia, lo stesso Jonusas che aveva un accenno di pubalgia. Ora dobbiamo continuare a lavorare in questo modo provando a recuperare gli infortunati e preservando quelli che abbiamo. Dobbiamo lavorare duro e responsabilizzarci di più, visto che ora per ovvi motivi tutti giocheranno di più».


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