Il giorno delle verità



Jelovac in azione contro Roma (foto Sibi)

Altro giro, altra corsa, altra asfaltata esterna per la Juve che torna dal Palazzetto di Viale Tiziano con un mortificante -29. Troppo, onestamente. In campo non c’è questo scarto, ma l’arrendevolezza dell’ultimo periodo fa male. Fa male a tutti e non è giustificabile. Non si può giustificare con l’assenza di un play, con l’infortunio di Mordente o con la benzina venuta meno. No, se permettete lo spettacolo dell’ultimo periodo è mortificante principalmente per chi sta sulle lastre di parquet e poi per tutto l’ambiente. Terza sconfitta, pesante nelle proporzioni, in trasferta ed ora in arrivo un bel calendario in salita: c’è chi trema ma Caserta ha altro a cui pensare adesso…

ORA O MAI PIU’. Il Consiglio d’Amministrazione indetto per la giornata di domani diventa di capitale importanza. C’è parecchia preoccupazione nell’aria. Addirittura, durante la sfida del Pala Tiziano di Roma, si rumoreggiava che quella di domenica potesse essere l’ultima partita della Juve vista la pesante situazione societaria che si è venuta a creare. Stavolta, ed è giusto dirlo chiaramente, che non è un ‘al lupo, al lupo’ come troppe volte si è visto da queste parti. Stavolta il pericolo è veramente concreto anche se nessuno ha intenzione di alzare bandiera bianca. Un Consiglio che deve portare alla ricapitalizzazione societaria, una scelta necessaria per poter affrontare, senza preoccupazioni, le prime scadenze federali previste per il 5 novembre. Una data segnata col circoletto rosso sul calendario di tantissime società che devono trovare i fondi per pagare. Il vicepresidente Iavazzi ha chiaramente detto che non vuole mollare, che è pronto a fare la sua parte. Ma non tocca solo a lui; ci sono le quote di Gervasio e Caputo che devono uscire. E’ una giornata da vivere col fiato in gola per scongiurare un nuovo 1998.



IL TIFO C’E‘. Stavolta non c’è stato il divieto di trasferta ed un gruppo di 100 casertani hanno assiepato il settore ospiti del Palazzetto di viale Tiziano per sostenere la Juve in questa delicata trasferta. Un’ora e mezza prima della palla a due, poca gente dentro ma diversi all’esterno anche se il servizio d’ordine era quantomai massiccio ed imponente. Non a caso la tifoseria organizzata romana è entrata ufficialmente in campo a partita appena iniziata subito dopo il minuto di raccoglimento per l’alpino caduto durante il conflitto afghano. Intorno al quinto minuto del primo periodo l’ambiente ha avuto una forte accelerazione di decibel nel settore occupato dai casertani: un altro gruppetto ha fatto capolino ed è ufficialmente partita la battaglia dei cori a rendere maggiormente elettrice la partita. Un clima molto caldo, va detto, ma sempre assolutamente nei limiti concessi anche perchè, come detto in precedenza, il controllo era assolutamente di grande livello. E’ stato, comunque, una sfida decisamente interessante sia sugli spalti che in campo dove lo spettacolo non è mancato. E via alle bordate di fischi dei casertani rivolti alla propria squadra al termine della partita: una pagina veramente nera della storia recente della Juve.

L’ALTALENA. Davanti ai problemi del club diventa quasi inutile parlare di come è andata la partita di Roma. Merita una menzione particolare solo Stevan Jelovac che bissa la buona prova contro Montegranaro anche in territorio capitolino. Era stato crocifisso da molti dopo le scialbe prove iniziali, adesso è diventato uno sui cui contare. Questo, per dire, che è inutile cercare il colpevole ogni volta: tanto la domenica dopo vieni zittito.

SILENCE. Il silenzio della Juve negli ultimi 5′ è stato veramente triste. Si può, ancora ancora, comprendere che una squadra ridotta a sette uomini possa terminare la benzina prima del tempo, ma non è ammissibile assistere alla gara delle schiacciate, degli alley oop e dei contropiedi 4 vs 1 in una gara di Lega A. Ci sta non avere le forze, ma non farsi asfaltare così.  Che amarezza.

VERITA’. Francamente, vista la scadenza di domani pomeriggio, mi risulta veramente arduo pensare agli aspetti tecnici e tattici del match di Roma. Sicuramente questa formazione sta ancora faticando a trovare una sua identità lontano dal Palamaggiò: il copione romano è lo stesso di quello visto a Milano e Biella. Sempre sotto, sempre in affanno, sempre travolti nella ripresa. Ormai gli scarti si stanno facendo veramente pesanti e così non va bene. Ci sta perdere, ma c’è modo e modo.


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