Finalmente la squadra è al completo: Deji Akindele è atterrato ieri a Roma dove ha subito preso la strada verso la città della Reggia per il primo incontro con la città che lo attendeva a braccia aperte. Il lungo nigeriano, però, si è fermato solo ed esclusivamente per poche ore. Il tempo necessario per svolgere le visite di rito e poi ripartire. Ripartire alla volta di Brindisi, dove ieri la formazione bianconera ha svolto l’amichevole numero tre dopo le due di Benevento contro Avellino e Napoli. Un viaggio tranquillo, anche perché il responso delle visite non ha dato ulteriore motivo di preoccupazione se non quello di un giocatore che da oggi in poi dovrà fare letteralmente gli straordinari per provare a recuperare tutto e subito il terreno perso nelle due settimane in cui si è arrivati alla fine della trattativa per portarlo all’ombra della Reggia. Ad onor del vero il torneo in terra beneventana, ha dimostrato come l’ex Pesaro e Siena, non debba poi fare tanta strada per recuperare il gruppo che ormai veleggia ampiamente verso quella che teoricamente dovrebbe essere la terza settimana di lavoro. Già perché dopo gli ultimi risultati anche lo stesso Sacripanti ha parlato di tanto lavoro differenziato, di tanto lavoro a parte per tanti giocatori che in questo momento non sono nella forma migliore possibile come Michelori e Mordente. Un binomio al quale sicuramente si aggregherà Akindele a partire da oggi.
«Finalmente siamo al completo – ha esordito il presidente bianconero Francesco Gervasio nel commentare l’arrivo in Italia e a Caserta del nuovo e definitivo lungo titolare per la prossima stagione -. Ora coach Sacripanti potrà lavorare in piena tranquillità senza pensare ad altro, senza pensare all’arrivo di questo o di quell’altro giocatore o questo o quel problema di pezzi mancanti. Un arrivo importante soprattutto dopo quello che si è visto a Benevento dove la condizione fisica ancora precaria è stata allo stesso tempo lampante e normale per una squadra che ha avuto poco tempo e qualche intoppo di troppo per lavorare al massimo delle proprie condizioni e di quelle volute dallo staff tecnico. Ora con l’arrivo di Akindele che ha superato le visite mediche senza nessun problema, speriamo che tutto vada avanti liscio e senza ulteriori intoppi».
Si aspetta di vedere una Juve subito diversa in questo weekend?
«Non tantissimo sinceramente – continua il numero uno qualche ora prima del Memorial Pentassuglia di Brindisi – . Non per mancanza di fiducia, ma solo perché credo che due giorni pieni di lavoro siano pochi per poter parlare di un grande passo in avanti. Ma non abbiamo fretta, abbiamo avanti ancora del tempo per mettere assieme i pezzi e recuperare fisicamente».
Il torneo di Benevento, però, ha messo in evidenza anche un Wise che nonostante tutto ha dimostrato di poter giocare tranquillamente anche se gestito. Insomma vederlo correre, incrociare sui palleggi, buttarsi dentro ed altro, le ha dato qualche rassicurazione in più?
«Assolutamente si, anche se i due giorni di Benevento ci hanno dato conferma del perché ci stiamo prendendo tutto questo tempo, perché abbiamo deciso di provarci fino alla fine e non abbiamo deciso di chiudere il rapporto il giorno dopo le visite mediche. Nic ha tanto talento e sinceramente vederlo correre per il campo ci ha fatto tirare un piccolo sospiro di sollievo anche se non ci rilassiamo completamente e continuiamo a valutare, considerando che la sua situazione va controllata, valutata e gestita continuamente».
Che altra indicazione le ha fornito le prime uscite?
«Che a differenza degli altri anni, nella prossima stagione avremo una panchina lunga e di qualità. Vedendo la squadra in campo e guardando i cambi che il coach ha fatto mi è subito balzato in mente questo particolare ed eravamo ancora senza Akindele. Abbiamo una squadra che può affrontare tranquillamente e con valore e qualità tutti i possibili inconvenienti che una stagione può portare, nella speranza che ce ne siano sempre meno».
