Gladiator, il pari col Foggia evidenzia luci ed ombre dei nerazzurri



Gli undici partiti contro il Foggia

Lo spettacolo pirotecnico del 3-3 del “Piccirillo” ha salutato il debutto in campionato del Gladiator del presidente Lazzaro Luce. La sfida contro il Foggia ha sancito il ritorno dei nerazzurri in serie D, dieci anni dopo l’ultima vincente esibizione. Una partita esaltante che, nel primo quarto d’ora, ha visto agire l’ostruzionismo dei tifosi foggiani e che poi ha finalmente raccontato un confronto leale ed all’ultimo sangue tra le due selezioni in campo. Considerando la maniera in cui si è sviluppato il match, il pareggio è il risultato più giusto ma è logico che nell’ambiente sammaritano continua a serpeggiare grande amarezza per un trionfo malamente assaporato. La prodezza all’85’ di Tommaso Manzo, uno che a questi goal ci è abituato, aveva illuso tutto il festante pubblico sammaritano che, inaspettatamente, ha dovuto fare ritorno sulla terra appena cinque minuti dopo, 90’ esatto, quando La Porta è stato astuto nel rimettere in gioco una palla già data per persa e, soprattutto, nel cercare quel contatto in area che ha conseguito il calcio di rigore. Un attimo dopo la concessione del penalty, con il quale La Porta ha firmato il definitivo pareggio, è iniziata la guerra interiore del capitano Pasquale Borrelli, il primo a rimanere deluso per essere caduto nella trappola del peperino ospite. In tutto il post-partita il suo volto è apparso affranto da un errore evitabile che ha penalizzato la sua prestazione, fino a quel momento, sufficiente. Da quel morale basso si può intravedere tutto l’attaccamento alla maglia ed alla fascia di capitano, che lo staff tecnico ed il gruppo gli ha affidato nel romitaggio estivo di Chianciano Terme. Ma il suo errore non è stato l’unico del reparto arretrato. Aver subito tre goal ed aver rischiato di subirne altrettanti fa capire che qualcosa non è andato nel verso giusto in fase difensiva: dalle sedute di allenamento che ripartiranno oggi pomeriggio alle 15 al “Piccirillo”, il tecnico Luigi Squillante ha l’obbligo di curare maggiormente le chiusure laterali, pecca principale della sfida contro i foggiani i quali hanno bucato spesso dai lati la retroguardia sammaritana (cosa avvenuta in tutte le azioni dei goal subiti). Ha controbilanciato, meno male, a questa mancanza il grande impatto del reparto offensivo che ha risposto adeguatamente al buon valore degli attaccanti rossoneri, giocatori di Lega Pro quali Giglio, La Porta e Palazzo. I due centrocampisti Puccinelli e Di Pietro si sono resi spesso pericolosi in fase d’attacco ma hanno sofferto tantissimo al cospetto della sagacia tattica del capitano ospite Agnelli che, insieme ai compagni di reparto, ha vinto il confronto a centrocampo. Del delizioso Tommaso Manzo che dire? Il tecnico sammaritano non lo ha voluto rischiare dal primo minuto, perché ancora infastidito dalla distrazione femorale, ma quando egli ha fatto il suo ingresso in campo ha mostrato tutta la sua maestria con un colpo di gran classe che da solo è valso il prezzo del biglietto e, di certo, doveva risultare il goal della vittoria.      

 

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