Scafati in palla, Caserta in rodaggio



Sacripanti, coach della Juvecaserta

Il ritornello è sempre lo stesso di questi tempi. Il risultato non conta nulla e si deve cercare solo di capire dove lavorare meglio e dove qualcosa funziona. Dopo la scarsa dozzina di giorni di preparazione, ovviamente, i carichi si fanno sentire nelle gambe prettamente dei lunghi ed i due falli di Michelori in un soffio (il suo classico ‘show’ che non ha funzionato) ne sono la riprova. Praticamente senza il pacchetto interni (falcidiato dai falli, dall’assenza di Akindele e dalla forza dell’interessantissimo McNeal), bisogna fare quel che si poteva con le armi rimaste. La sconfitta, dunque, va presa per quel che vale: niente. Onore al merito della Givova guidata, bene, dal casertano Di Carlo che ha avuto tanto dagli americani Mays e McNeal oltre a sprazzi interessanti dai vari Ice Ghiacci, Baldassare e Bushati. Sacripanti sa, sicuramente, cosa fare nell’immediato, tanto il campionato inizia tra diverse settimane. Bisogna lavorare, ma questo dipende dalla condizione fisica, sui rientri difensivi che non sono stati esemplari; troppe volte i cecchini scafatesi hanno potuto caricare il fucile e crivellare la retina bianconera. Da qui anche il fatto di arrivare sempre con un pizzico di ritardo sui palloni vaganti, quasi tutti preda delle veloci mani degli scafatesi, che hanno iniziato la preparazione prima dei bianconeri.
Poco contano i tiri andati corti da parte dei vari Mordente, Jelovac e Jonusas (tanto per citare tre giocatori su cui, inevitabilmente, si deve puntare in campionato nelle conclusioni pesanti); le gambe sono quel che sono in questo momento.
Anche il fatto di cercare, quasi sempre, come prima opzione il tiro dalla lunga distanza è motivato sia dall’assenza di Akindele (oltre che dai falli immediati di Michelori) sia dall’inevitabile poca dimestichezza con gli schemi. Quella si acquisisce col tempo. Una brutta notizia è, sicuramente, l’infortunio occorso a Maresca nel secondo periodo: un colpo al mento che ha obbligato i sanitari juventini a dover suturare il profondo taglio. Nulla di grave, ovvio, ma un ‘grattacapo’ non di poco conto. Le note liete, per quel che conta, arrivano da Wise, meno male che non sta bene, e da uno Stefano Gentile che conferma quel che si era intravisto negli allenamenti. Il figlio maggiore del grande Nandokan è un giocatore ottimo in questo mosaico e, certamente, si guadagna un posto di rilievo anche nei minutaggi futuri. Il giudizio sugli altri va in stand by, tanto di tempo ce n’è.

Una cosa è certa, la Juve ha stravinto sulle gradinate del Pala Tedeschi (200 presenze). Oltre a tanti tifosi giunti privatamente per essere al fianco dei bianconeri nella prima uscita di precampionato, è comparso anche il gruppo organizzato. E che organizzazione visto che erano qualcosa come una cinquantina. Tantissimi di questi tempi. Una presenza forte e rumorosa nel palazzetto sannita abbastanza vuoto per l’occasione.




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