L’ex Lecce D’Onofrio presenta il ‘Memorial Lamanna’



Claudio D’Onofrio

Dalle stelle di San Siro con titoloni di giornali e interviste ad una vita semplice, fatta di sacrifici e grande passione per la scuola calcio, per il settore giovanile. Claudio D’Onofrio ex attaccante di Lecce in serie A  e B. Giovanissimo subito all’età di 17 anni si mise al centro dell’attenzione spopolando a Nola in serie C2. Nativo di Visciano classe ’71 ha chiuso qualche anno fa la sua carriera calcistica in Seconda Categoria col Comiziano. Si cambia vita lasciando la luce e gli splendori dei grandi palcoscenici per dedicarsi a un calcio più semplice, a valorizzare tanti giovani . I ricordi della serie A sono sempre nitidi per chi ama il calcio. Il suo è un grande avvertimento per tutti questi pseudo campioni giovanissimi attratti da semplici interessamenti da società professionistiche. In un niente si va in paradiso, velocemente si può scivolare nel dimenticatoio: “Sono un ex calciatore del Lecce. Sono stato in serie A e B  dal ’90 al ’95. Il mio ruolo era l’ala destra. Ho registrato nella massima serie 12 presenze con allenatori come Bolchi, Mazzone, Sonetti e Bigon.  I miei compagni di squadra si chiamavano Moriero, Conte, Monaco, Virdis, Pasculli, Barbas. Sono nativo di Visciano. A Lecce arrivai grazie a Mimmo Cataldo ex direttore sportivo giallorosso. Debuttai in serie A a Torino contro la Juve nel campionato ’89-’90 a 18 anni. Segnai contro il Milan nel ’90-’91 a San Siro. La gara terminò 2-2.E’ stato il mio primo gol in serie A. Nel ’92-’93 dopo 13 partite in serie B mi sono rotto tibia e perone dopo uno scontro col portiere. E’ stata dura risalire con alcune presenze in serie A. Comincia la discesa fino alla C2. La gamba non era più efficiente come prima.  Ho smesso nel 1999. Sono sempre rimasto nel mondo del calcio facendo scuola calcio  nel napoletano a Visciano mio paese di nascita. Sono amico del tecnico Lamanna e sono un suo collaboratore. Cerco di stargli dietro con la speranza un giorno di fargli da secondo o cominciare un’esperienza da primo allenatore. Il segreto per arrivare in A è semplice:sempre umili e lavorare sempre.  I giovani d’oggi hanno poca voglia di lavorare. Quando facevo l’under 16 ricordo che in campo si sudava tanto. Non si smetteva mai. Si faceva notte e si stava sempre in campo. Ora non vedono l’ora di terminare l’allenamento per andare a ballare. Bisogna fare tanti sacrifici. Ricordo la Casertana in serie B. Penso che il calcio casertano si stia risvegliando alla grande. Annuncio il “Memorial Sebastiano Lamanna “ cugino dell’attuale tecnico della juniores nazionale del Gladiator.  Abbiamo giocato con lui da bambino e si è spento all’età di 58 anni. In questo mese ricorre il primo anniversario della sua scomparsa. Lo vogliamo ricordare con una partita tra i giovanissimi del Napoli allenati da mister Cimmaruta contro la scuola calcio del Visciano. Lanciamo questo memorial perché Sebastiano sarà sempre presente nei nostri cuori”.




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