Finalmente si gioca, è Juve-Scafati



Giuliano Maresca

L’attesa è finita. Ovviamente resta quella di vedere effettivamente l’arrivo a Pezza delle Noci di Deji Akindele, ma non quella legata al resto della squadra che alle 18 aprirà le danze della kermesse beneventana affrontando Scafati ed alla quale parteciperanno anche Avellino e Napoli, una di fronte all’altra nell’impegno serale. Questa sera o per meglio dire questo pomeriggio, la truppa di coach Sacripanti, infatti, scenderà in campo per la prima volta su di un rettangolo che non sia quello del Palamaggiò al quale ormai han fatto tutta l’abitudine di questo mondo, ma soprattutto affronteranno per la prima volta una squadra che non sia il resto della compagine casertana in quello che calcisticamente verrebbe definita ‘day by day’ la partitella tra ‘Caserta A’ e ‘Caserta B’. A differenza del calcio, però, nel basket un concetto del genere ha un senso molto più lato e largo di quanto, invece, possa avere all’interno degli scrimmage giornalieri del calcio. Di solito il significato è la squadra dei titolari contro quella delle riserve, nel basket un mix dei titolari e riserva contro la restante parte del mix. Già perché quello che interessa nella palla a spicchi è trovare diverse alchimie e non solo quella legata a generalmente 11 uomini che infortuni o squalifiche a parte, restano sempre gli stessi per gran parte dei 90 minuti di gioco. Nel basket c’è bisogno di cambiare, si deve cambiare in corso d’opera ed allora ecco l’importanza della miscela che di volta in volta coach Sacripanti cerca di creare mischiando le carte in allenamento e dividendo i cinque dello starting five in due tronconi ed equilibrare le forze. Il tutto è importante, poi, anche per la difesa dove in questo modo ognuno ha sempre un compagno di valore da affrontare e con il quale mai abbassare la guardia. Dopo circa una settimana di lavoro quotidiano, però, anche i più piccoli segreti del compagno di squadra che si affrontano sono conosciuti ed allora ci si adegua alla partenza incrociata di Wise, alla forza fisica di Chatfield e alle sue improvvise fucilate dalla media e lunga distanza. Alla mano educata di Jelovac o alla grinta ed alla facilità di adattamento dentro e fuori dall’area di un giocatore come Jonusas. Insomma tutti conoscono tutti. Da questo pomeriggio al basket giocato di un certo livello anche in allenamento da parte dei bianconeri (una delle prime e particolari caratteristiche di questa settimana è stata la voglia di non perdere un singolo gioco anche se di preparazione da parte di nessuno e grande agonismo nelle partitelle che conducono verso la parte finale della sessione pomeridiana ndr) si aggiungerà anche il fattore sorpresa. Il fattore di conoscere solo attraverso qualche video e qualche scouting report i prossimi avversari. La prima volta nella quale coach Sacripanti dovrà fare i conti con il quintetto iniziale, con i cambi e con le alchimie tra questi o quei giocatori o quale delle due filosofie – quintetto grande o quello piccolo – da sin da subito le prime indicazioni positive. Dall’altra parte della barricata vale lo stesso per una vecchia conoscenza del basket casertano in panchina ed in generale su di un campo da basket. Sarà lo stesso per Gennaro di Carlo e la Givova Scafati, che a differenza della Juve hanno già avuto modo di sperimentare qualcosa nel,l’amichevole contro Matera dell’ex Cantone. Uno scrimmage che ha messo in mostra l’estro specialmente dei due americani anche se rookie della Legadue e del basket tricolore in generale. Ventisei i punti di Mays, grande sostanza e solidità sotto le plance per McLean. Al loro fianco il talento di Massimo Bulleri che di questa Scafati sarà il leader in spogliatoio ed elemento su cui puntare per provare a mettere in tasca quella promozione che in tanti sognano dai primi giorni di mercato. Dulcis in fundo Caserta-Scafati, sarà anche un giorno particolare anche per altri due giocatori come Andrea Ghiacci e Gennaro Sorrentino. Il primo incontrerà la squadra con la quale conquistò la Lega A dopo 14 anni di assenza, il secondo che è uno dei simboli di un legame indissolubile tra la tifoseria casertana e quella bolognese che resta e resterà di sponda Fortitudo.




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