Juve, è il giorno di Akindele



Deji Akindele nel 2008 era a Pesaro

Tutto è bene quel che finisce bene. La Juve risolve la sua grana principale da quando circa una settimana fa, ancor prima che il gruppo casertano entrasse in contatto con la sua nuova realtà e quindi figurarsi di svolgere un singolo allenamento con i colori bianconeri, Kyle Visser si è infortunato alla spalla ed ha lasciato un vuoto, una falla all’interno del sistema di coach Pino Sacripanti che quindi ha dovuto fare a meno del lungo titolare nei primi sette giorni di lavoro a Pezza delle Noci. Ma da ieri il tutto verrà ricordato come un vecchio ricordo, verrà ricordato come un episodio sul quale mettere una pietra sopra oltre che un fascicolo da riporre in archivio e guardare avanti. Di sicuro un fascicolo, quello dell’ex Wake Forest, che non verrà cestinato, considerando che in futuro il ‘whiteman’ lo scorso anno in Germania, potrebbe tornare d’attualità cosi come capita per tanti giocatori che hanno colpito il timoniere canturino e ne hanno focalizzato l’attenzione fino ad affidargli le chiavi di uno dei suoi spot preferiti e considerati chiave nella creazione del proprio roster. Insomma il nome di Visser si dividerà in questo momento tra passato e futuro, mentre il presente porta il nome di Jeele ‘Deji’ Akindele. Sarà il nigeriano con un passato già in Italia a prendere il suo posto. Ad onor del vero il suo nome non era certo al vertice della lista ri-stilata da Sacripanti dopo la decisione di Visser di sottoporsi ad operazione per mettere a posto la cuffia dei rotatori della spalla. Vertice e gradino più alto del podio, infatti, che era detenuto da Frank Elegar che cosi come Jonusas sembrava essere l’oggetto del desiderio del’head coach-general manager della Juve che ci ha provato in tutti i modi a convincere il pivot uscito dall’università di Drexel ad accettare l’offerta della compagine del patron Gervasio e ricongiungersi ad un vecchio compagno di squadra in quel di Antalya, quale Stephan Jelovac. Alla fine il suo titubare non è andato giù a Sacripanti che di tempo ne aveva davvero poco, tanto per usare un eufemismo. Ed allora al primo segnale l’ormai uno dei simboli di questa Caserta cestistica, non ha perso tempo, ha ripreso tra le mani liste e scouting report per sfogliare una margherita che alla fine ha portato ad una decisione diversa, ad un nome diverso ma che come Elegar aveva nell’atletismo e nella presenza a centro area grazie alle lunghe leve ed al tempismo nella stoppata, delle caratteristiche comuni. In aggiunta, però, ‘Deji’ consoce già il modo di vedere la pallacanestro di Sacripanti che lo ha allenato e posto al centro di quell’area anche quando decise che il suo tempo in quel di Cantù era finito ed accettò l’offerta marchigiana di guidare la Scavolini Pesaro. Una conoscenza che potrebbe essere fondamentale nel rapporto tra le parti: Sacripanti non deve perdere tanto tempo per spiegare i concetti base ad un giocatore totalmente nuovo alla sua filosofia e che in aggiunta ha perso anche una settimana di allenamento e di preparazione. Dall’altra parte il lungo nigeriano, potrà concentrarsi, permettendosi qualche minuto in meno con il pallone in mano e qualche minuto in più con Mimmo Papa, in virtù proprio di quella conoscenza reciproca che solo l’usato garantito può dare. Conoscenza reciproca che sta diventando il ‘liet motive’ anche per quanto riguarda la questione Nic Wise. Il giocatore sta facendo conoscenza pian pianino dei metodi di allenamento bianconeri, il coaching staff e quello tecnico del suo ginocchio che al momento tiene anche perché il lavoro sulla ripresa della tonicità del muscolo del quadricipite sta dando già i primi risultati. Insomma la fase di ricerca che è passata dal ‘random’ a delle idee ben precise, sembra essersi attenuata sostanzialmente, cosi come le voci che volevano il sodalizio della città della Reggia vanvitelliana sulle piste di Scott Machado, con il brasiliano del Queens che potrebbe comunque fare la conoscenza con la Campania, dal momento che l’interessamento di Avellino nei suoi confronti cresce sempre di più giorno dopo giorno.




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