Tutto l’oro di Mordente



Marco Mordente

E’ stato la ciliegina sulla torta. E’ stato il regalo che il presidente Gervasio ha voluto fare al proprio coach e alla propria formazione nella parte finale di un mercato che si pensava chiuso e sbarrato e che prima con Visser e poi con la grana Wise (il problema emerso è quello al ginocchio e che lo ha tenuto ai margini del campo in quello che doveva essere il suo primo giorno di allenamento ndr) è tornato ad essere di grande attualità, anche se per l’ultimo arrivato la questione è ancora tutta da definire. E’ arrivato mercoledì pomeriggio, dunque, Marco Mordente, tra gli applausi di una folta schiera di presenti sugli spalti del Palamaggiò che ormai da giorni guardano con occhi curiosi e spalancati, cercando di carpire i punti di forza di questa nuova truppa. Subito due giorni di lavoro intenso per l’esterno teramano, che quindi con quegli applausi ha subito l’occasione di parlare dei suoi trascorsi a Pezza delle Noci e quando quegli applausi non erano certo una costane, tanto per usare un eufemismo.

«Gli applausi mi hanno fatto immensamente piacere – ha commentato l’ex Milano e Treviso ‘interrogato’ sul rapporto col pubblico che in passato l’aveva più volte beccato -. Nella mia carriera sono sempre stato dell’idea che è meglio essere beccato ed insultato dal pubblico avversario, che passare inosservato. Questo vuol dire che durante gli anni i tifosi di Caserta hanno comunque apprezzato e temuto le mie doti da rivale ed ora non vedo l’ora di godermi questo pubblico al contrario. Inoltre visto che ci siamo vorrei spiegare che comunque nella passata stagione c’è stato un piccolo equivoco, dopo un canestro io ho fatto un gesto che sinceramente aveva tutt’altro significato e che è stato mal interpretato, quindi si è trattato di un malinteso».



Con che stimoli affronterai questa nuova avventura. Dopo tanti anni ti ritrovi in una squadra che non ha ambizioni di primissimo livello, ma che allo stesso modo domenica dopo domenica deve scendere in campo con la fame di chi deve vincere lo scudetto per poter arrivare al successo?

«Considerando quello che mi è accaduto nell’ultimo anno e mezzo sia dal punto di vista cestistico e non, credo che quest’avventura sarà molto stimolante. Ho tanti motivi per far bene e uno è quello di essere finito in una società dove non appena arrivi ti rendi conto del calore e della passione che hanno non solo per la squadra in particolare, ma per questo sport in generale e io amo le piazze e le realtà con tanto calore».

E nella realtà casertana ci sei arrivato dopo una lunga rincorsa…

«Infatti l’insistenza con la quale mi hanno sempre cercato in questo periodo è stata molto importante sulla mia decisione finale. Mi hanno cercato tra dicembre e gennaio dello scorso campionato, quando però io purtroppo non potevo e quindi ho scelto Roma. Lo hanno rifatto con insistenza non appena è finito il campionato fino a quando il tutto non si è raffreddato un po’ e poi con la stessa insistenza, mi hanno in questo ultimo periodo, quando si è riusciti a trovare la giusta collocazione all’interno del roster per il mio arrivo e ne sono molto contento».

E l’amicizia con Andrea Michelori che peso ha avuto?

«Il giusto. Certo sono contentissimo di ritrovare in squadra un giocatore ed una persona che conosco da anni e siamo praticamente cresciuti assieme sin dalle giovanili. Lui conosce bene la situazione e quindi è molto importante. Poi c’è Giuliano con cui ho giocato in passato, ma di sicuro è stato intrigante anche la possibilità di unire i destini che prima erano incrociati, con Pino Sacripanti, dopo che ci eravamo sempre affrontati da avversari sin dal periodo delle giovanili».


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