Virtus Carano, la questione stadio rinvigorisce il progetto Comprensorio



Una veduta dello stadio di Cellole

Il Comprensorio Domizio-Aurunco è il pallino fisso di Emilio Di Tommaso. Il patron della Virtus Carano non ne vuole sapere di mettere da parte il suo sogno, malgrado non sono tardate a sopraggiungere le resistenze delle altre comunità che dovrebbero rientrare nel progetto. Non  solo con le parole ma, soprattutto, con i fatti. Per prima la dirigenza del San Pio Mondragone ha manifestato la propria volontà di non far parte del Comprensorio nelle parole dei vari dirigenti Granafei e Festini, per nulla contenti di creare un unico sodalizio. Intanto però, il titolo della società domizia è nelle mani del sindaco e ciò fa ben sperare Di Tommaso, pronto a tessere un tela di rapporti con la scuderia politica e con gli antichi vertici societari mondragonesi. Più difficile instaurare un legame con la Sessana, fresca vincitrice dei play-off di Prima Categoria e bentornata nel palcoscenico della Promozione dopo qualche annata buia. Rimane sempre intatta la collaborazione con l’amministrazione comunale di Cellole guidata dal sindaco Izzo che rinnoverà l’utilizzo della struttura comunale intitolata all’onorevole LorenzoMontecuollo. Proprio la questione campo inizia a creare più di qualche problema. Infatti, molto probabilmente, l’impianto cellolese dovrà ospitare le gare interne di ben tre compagini. In primis i padroni di casa del Baia Domizia Cellole, giunti in Prima Categoria dopo aver vinto i propri play-off, la Virtus Carano e la Sessana. Il motivo di ciò è dovuto al fatto che il “Nuovo Comunale” di San Castrese, utilizzato quest’anno dai sessani per le gare interne a causa dell’opera non completa del nuovo stadio di via Raccomandata, non potrebbe ospitare gare di Promozione in quanto non è assolutamente conforme alle normative vigenti sull’agibilità degli impianti sportivi. Anche per questo motivo il patron Di Tommaso sta accelerando i tempi per realizzare il Comprensorio. In un’intera area geografica che parte dalle coste dell’antica Sinuessa fino alle pendici del monte Massico, il “Montecuollo” di Cellole è l’unico stadio che presenta requisiti tali da fare calcio. Ovviamente, non bisogna dimenticare il celebre “Comunale” di Mondragone, uno stadio di prima qualità ma cui è stato negato il visto per persistenti problemi di inagibilità nello scorso mese di aprile. Non sarà facile per Di Tommaso concretizzare il suo sogno, ma il suo ottimismo contagia per la volontà e l’impegno che ci sta mettendo al fine di dare vita ad una spettacolare società rappresentante la vasta zona domizio-aurunca. 




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