21 anni fa la Phonola si cuciva addosso il tricolore



Il roster della Phonola campione d'Italia

Ventuno anni fa. In un caldo pomeriggio del 21 maggio 1991 stava per accadere qualcosa di straordinario. Lo scenario era il Forum di Assago. Di fronte Philips Milano e Phonola Caserta. Era gara 5 delle finali scudetto di basket e i bianconeri si erano visti passare sotto gli occhi già due tricolori. Un’altra sconfitta gli avrebbe affibbiato il sopranome di eterni secondi. Stavolta le cose dovevano andare in maniera diversa. L’inizio era tutto casertano; partenza a razzo e milanesi storditi. Pittis e Riva ci misero però poco a recuperare e il match tornò sui binari dell’equilibrio. Sorpassi e controsorpassi, ma la Juve riusciva ad avere sempre un paio di possessi di vantaggio. Poi nel secondo tempo il terribile infortunio ad Esposito sembrava un segno premonitore. La solita sfortuna pensarono i campani. E invece l’orgoglio, quella voglia di vincere in casa della corazzata lombarda fecero la differenza. Gentile sembrava indemoniato. Due bombe e un gioco da tre punti. La Philips non ne aveva più e l’88-97 incoronò la squadra di Marcelletti. Fu un successo dai tanti significati. Non solo il sud contro il nord, ma una grande metropoli come Milano costretta ad inchinarsi ad una provinciale. E in città si scatenò la festa per quel sogno realizzatosi a oltre 700 km di distanza. Una città impazzita di gioia e migliaia di casertani ad attendere la squadra a Capodichino prima di trasferirsi al Palamaggiò per celebrare gli eroi bianconeri. Gli stessi che omaggiarono il cavaliere Maggiò capace di far sorgere dal nulla un impianto da 7000 posti in soli cento giorni. Ed è perciò doveroso non smettere di ricordare e di sorridere ogni anno il 21 maggio. Quella data cambiò la storia di Caserta.




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