Nel segno di Nicola Romaniello



Mister Nicola Romaniello

Era come tanti calciatori della sua squadra all’esordio tra i professionisti. E il suo esame lo ha superato a pieno voti. Nicola Romaniello, allenatore dell’Aversa Normanna e aversano doc, è riuscito nell’impresa di salvare il gruppo della propria città. Non era facile in un girone da 21 squadre, che come dimostra la classifica, a due giornate dalla fine è ancora incerto e per nulla scontato. Le uniche certezze arrivano dalla promozione del Perugia, la squadra più forte del campionato, e la retrocessione del Celano, ampiamente la più debole. I play-off e i play-out saranno decisi in 180 minuti, e tutto può ancora succedere. I granata invece mercoledì hanno festeggiato, si sono abbracciati e hanno esultato al triplice fischio del direttore di gara. Tifosi che inneggiavano il nome di Aversa, e chi dalla curva rivolgeva frasi dolci verso il proprio allenatore, verso l’amico aversano che ha la maglia normanna stampata sul cuore: “Romaniello uno di noi” è il coro più incalzante durante la partita, poi la richiesta “Nicola sotto la curva” Emozioni contrastanti per la bandiera aversana. La gioia per un risultato eccezionale, e la tristezza per una situazione familiare che lo manda in lacrime in conferenza stampa. La corsa sotto la Nord avviene con le mani che si portano al viso, un gesto chiaro per nascondere le lacrime che colano dagli occhi. Le emozioni sono immense per quel giovane allenatore che ha vissuto anche da calciatore lo Stadio Bisceglia. Lo stesso stadio che ha una tribuna dedicata a suo padre, l’uomo a cui dedica la propria impresa: “Questa salvezza e questa vittoria è per lui.” La commozione poi è massima quando parla della sua famiglia, sua moglie e suo figlio che stanno attraversando un momento delicato, che sapranno superare come le mille difficoltà che capitano in una vita: “E’ per loro.” Poche parole dette singhiozzando e il cuore di tutti i presenti che si ‘spezza’ in un attimo. Il calcio è divertimento, ma queste sono cose serie e con affetto bisogna essere vicini all’uomo, gentile sempre e con un grande cuore. Gli abbracci e le pacche sulle spalle gli dicono forza: mister non mollare. Siamo con te. La città di Aversa, i tifosi e tutti ti sono vicini.




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