Due punti persi domenica per la Juve Caserta



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Una sconfitta che fa male a metà. Due punti persi che rammaricano più per la rivalità storica tra le due squadre, che dal punto di vista della classifica e della storia di questo campionato. Due punti persi con l’animo di chi con una passata di spugna può cancellare quanto accaduto alla Unipol Arena e andare avanti. E questo non solo perché è nella normalità delle cose e di quell’obiettivo salvezza conquistato e messo in cascina con cinque settimane di anticipo sulla normale tabella di marcia del torneo tricolore, ma anche e soprattutto perché il calendario dello stesso lo impone con una nuova sfida. Una sfida che apre il ‘tour de force’ per arrivare al sei di maggio dove verrà urlato definitivamente il rompete le righe. Un ‘tour de force’ fatto di partite ravvicinate, di energie che andranno gestite e profuse allo stesso tempo per provare a chiudere nel migliore dei modi e non certo come una stagione fa quando con qualsiasi obiettivo fuori dal radar bianconero, il tutto venne chiuso con una serie di sconfitte che non fanno mai bene. Chiudere con quel pizzico di serenità e soprattutto con il sorriso sulle labbra, regalando ai tifosi bianconeri ancora qualche piccola emozione e momento di giubilo, è il prossimo ed unico obiettivo della truppa di coach Pino Sacripanti. Un obiettivo per il quale non può esulare dall’analisi di quanto accaduto in terra bolognese. Un’analisi che cosi come lo stesso coach Sacripanti ha avuto modo di mettere in prima linea, parte e muore da un unico periodo: il terzo. Dieci minuti in cui la Juve si è giocata la possibilità di mettere quel fiato sul collo agli avversari, la possibilità di aumentare il volume ed il peso specifico di quel masso già presente sulle spalle delle ‘Vu nere’ e rappresentato dalle sette sconfitte in 12 partite di ritorno ed ovviamente prima dell’incontro con i casertani, ed invece. Ed invece in dieci minuti Caserta ha concesso alla Virtus di prendere fiducia, di aumentare i giri minuti dopo minuto e mettere quello scarto in doppia cifra necessario non solo per tenere a distanza Caserta, ma anche e soprattutto per chiudere definitivamente i conti per un garbage time fatto di dieci minuti, quelli che hanno poi portato vero la sirena finale. I falli e quindi la non possibilità di essere costantemente aggressivi l’unica attenuante di una partita affrontata male e che dopo il terzo periodo è servita solo per le statistiche e per i giovani rampanti della Juve di giocare spezzoni di partita contro giocatori di livello. Doornekamp ed il duo Marzaioli-Cefarelli, infatti, le uniche note liete. Non una novità il capitano bianconero che per l’ennesima volta concede alla Juve quella sferzata di energia e di spinta in qualsiasi ruolo lo si metta. Guardia, ala piccola, ala forte o centro, non fa differenza, quello che gli importa è giocare scendere in campo in qualsiasi situazione e pensare che nessuno gli può passare sopra a prescindere dal peso o dalla mole fisica. Una bella novità spalmata in più minuti, invece, quella legata ai nomi di Domenico Marzaioli e Davide Cefarelli. L’ex Giugliano è stato il primo a mettere piede in campo ed essere parte integrante del primo recupero, della prima toppa allo strappo virtussino. Il secondo lo ha seguito a ruota facendo prima dentro e fuori dalla panchina per poi restare in campo in pianta stabile nell’ultimo periodo con buonissime indicazioni. Note che di sicuro finiranno sul taccuino di tutto lo staff tecnico guidato da Sacripanti che domani pomeriggio sarà di nuovo li a dirigere l’orchestra bianconera contro Venezia. Nella settimana successiva alla conquista dei playoff venticinque anni dopo l’ultima apparizione (posizione ancora migliorabile e che quindi mette l’Umana nella stessa situazione della Virtus Bologna ed ovvero quella di chi ha il dovere di vincere per un obiettivo ancora da raggiungere a differenza della Juve che avrebbe solo quello di rendere felici i suoi supporters per un successo interno ndr), la Juve avrà bisogno di ruotare ancora, di gestire forze e specialmente sugli esterni con la coscia di Collins che avrà di sicuro bisogno di qualche minuto in più di riposo e senza contare che si torna in campo il 29 (ad Ancona con Montegranaro) per poi vestire di nuovo canotta e pantaloncini il 2 di maggio (contro Biella) e chiudere il tutto quattro giorni dopo all’interno dei quaranta minuti che caleranno il sipario su tutta questa stagione nella sfida contro la Dinamo Sassari dove si sicuro vendicare la brutta figura del girone di andata, sarà la motivazione principale. 




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