La maledizione teramana sulla strada della Juve



Smith in azione

Una sorta di de profundis. Non può essere considerata diversamente la sfida in terra abruzzese che vedrà impegnata la Juve di coach Sacripanti a battagliare con la Bancatercas Teramo. Un ‘de profundis’ fatto di sconfitte, un de profundis fatto di un pala Scapriano che proprio non vuole saperne di essere favorevole e dalla parte dei bianconeri. Tre gli anni, dunque, tre le sconfitte inesorabili della formazione di Pezza delle Noci. Tre ko senza diritto di replica ai quali Caserta proverà a mettere un freno quest’anno in un ‘face to face’ che negli ultimi anni ha avuto sempre un sapore particolare per un motivo o per un altro. Di sicuro quello che tutti ricorderanno e che mai sfuggirà dalla mente e dai ricordi di tutti gli appassionati della palla a spicchi di Terra di lavoro, è quello del primo anno. Quello che condusse alla prima sconfitta della Caserta appena tornata in Lega A e che qualche giorno prima, sei per la precisione, dalla sfida al pala Scapriano di Teramo dovette fare i conti con quella che è stata la tragedia di Buccino, con la scomparsa di ‘quattro stelle’ alle quali è stata dedicata una fondazione e che proprio in questo periodo pasquale è alle prese con l’organizzazione e la realizzazione dell’ennesima edizione del Torneo in ricordo di Paolino, Manu, Gianluca e Gigi. Di sicuro quanto c’era alla base di quella trasferta, il dolore per una perdita che ha lasciato un vuoto incolmabile nei cuori di tutti, rese quella sconfitta meno pesante e meno importante di quanto poteva essere. Neppure la voglia di gioire per il basket e dedicare la stessa vittoria a chi a quella squadra era affezionato in maniera diversa, fu abbastanza per iniziare il cammino col piede giusto. Una sconfitta contro quella che con ogni probabilità fu la miglior Teramo assemblata negli ultimi tre anni. Si parla ovviamente della Bancatercas di Capobianco, la Bancatercas dell’esplosione di Peppe Poeta, di Valerio Amoroso, di Bruno Cerella, ma particolarmente di Ryan Hoover e David Moss che dopo aver assaggiato il sapere amaro della sconfitta con la maglia di Jesi proprio contro la Juve la stagione precedente nella finale per la promozione dalla Legadue, si è preso la sua prima personale rivincita contribuendo al successo biancorosso e dando vita, poi, con quella stagione ad una carriera che ad oggi giorno parla senese vestendo la maglia della Montepaschi dove ha trovato anche modo di gioire per successi di ben altra portata. Ma con ogni probabilità anche la sfida più combattuta delle tre giocate in terra abruzzese con i bianconeri arrivati ad un passo dal traguardo prima di cedere di schianto col punteggio finale di 89:82. Diversa nei motivi, ma uguale nella sostanza, quella immediatamente successiva. Il periodo di ritorno a Teramo, però, resta quello del ricordo delle ‘Quattro Stelle’, dal momento che il 15 di novembre ha fatto da cornice sia alla sfida del 2008 che a quella del 2009. Un anno di distanza non poteva far dimenticare chi dall’alto faceva e fa ancora il tifo per la Juve, ma alla fine il risultato non è cambiato. Non cambiò con l’avvento di Sacripanti, di Jumaine Jones, di Bowers e del gruppo che resterà indelebilmente nella storia recente della franchigia casertana. Questa volta a poco dall’inizio della stagione, a scendere in campo fu una squadra che a pelle dava la sensazione di avere un qualcosa di diverso e di magico, ma non quel pomeriggio. Non in un campo caldo e con il fiato sul collo di ogni singolo sostenitore biancorosso. Fu la serata dei soli otto punti di Jones e delle 17 palle perse, ma soprattutto dei 19 punti a testa per Valerio Amoroso (uno dei pochi insieme a Poeta e Capobianco a resistere all’aria di cambiamento e di rivoluzione teramana ndr) e Drake Diener per un appuntamento col successo rimandato ancora di una stagione. Non certo migliore la sorte del faccia a faccia ammirato lo scorso anno, che forse tra le tre è l’unica sfida a non avere avuto nessun tipo di motivazione per Caserta. Quella in trasferta in Abruzzo con ancora quaranta minuti da giocare per considerare chiusa la regular season, fu la sfida di una Juve giunta alla fine di un ciclo che si frantumò di fronte ai canestri di Fletcher, Zoroski, De La Fuente e Fultz. Di schiantarsi nell’ennesimo stop dell’ultimo periodo, invece, Collins e compagni non ne hanno la minima intenzione. Due punti importanti per chiudere una questione salvezza che è stata dissotterrata dallo 0-5 casalingo e che quindi necessita di una vittoria per tornare a tacere. Due punti per invertire il trend negativo delle ultime settimane, ma soprattutto due punti per invertire un trend negativo di tre anni che quando mette assieme nella stessa frase Caserta, Teramo e Pala Scapriano ha sempre prodotto come risultato una sconfitta.




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