Otto: Gervasio tra futuro e playoff



Il presidente Gervasio

«Una partita, ma soprattutto una vittoria eccezionale». Parte con questa dichiarazione e con un sorriso ed una gioia stampata sul volto e nella voce, la disamina dell’impresa della sua Juvecaserta, il patron bianconero Francesco Gervasio. Un’impresa che iscrive in maniera indelebile questa squadra, questa gestione e chi ne è stato presente, all’interno della storia di questa stagione. Una storia che comprende la vittoria a Siena, che comprende quella in casa con Milano, che comprende una salvezza ormai in tasca con ben 12 punti di vantaggio (compresi quelli del doppio confronto ndr) sull’ultima in classifica, Casale Monferrato, ma anche il successo a Roma, giusto per non farsi mancare nulla. Forse, però, un qualcosa mancava. Una vittoria storica, una vittoria che rendesse il tutto molto più vivo nella mente e nel ricordo della gente. La vittoria dei tanti ex. Tre addirittura nella stessa sfida. Collins e Sacripanti da un lato (anche se da par suo il timoniere canturino poteva già vantare una soddisfazione del genere al primo anno da head coach all’ombra della Reggia ndr) e Jones dall’altra. Lo stesso Jones che in questa stagione doveva essere l’osannato di turno nonostante la militanza in una squadra rivale e che invece ha rovinato praticamente da solo il tutto, aggiungendo benzina sul fuoco di una rivalità di cui ha voluto parlare anche lo stesso presidente casertani.

«Lo si leggeva e capiva dagli occhi di Andre Collins – ha affermato il numero uno bianconero -. Si capiva che questa non era una partita normale per lui e che la voleva vincere a tutti i costi. Una voglia ed una determinazione che poi lo stesso Andre ha trasmesso nei confronti di una squadra che da quando è arrivata a Pesaro sembrava essere tranquilla e forse sicura della prestazione al limite della perfezione e dell’eccellenza che poi avrebbe fatto».



Quindi c’era sicurezza più che tensione per una sfida che dopo Varese, aveva una grande importanza?

«Non dico che c’era la convinzione di vincere, ma solo che c’era la giusta tensione per una partita. Per il resto si percepiva solo tanta voglia e determinazione di un gruppo che poi vivere da vicino è un qualcosa di indescrivibile».

E già visto che lei ha la particolarità di essere sempre al seguito della squadra quando va in trasferta…

«Assolutamente. Quando vado in trasferta, vado con mio figlio e quindi la viviamo come i giocatori, facciamo tutti gli spostamenti dei giocatori e quindi questo ti permette di vivere e respirare ancora di più l’aria della partita e della sfida. In questo caso ancora di più. Tutto questo merito di questi ragazzi che non smettono mai di stupire».

Quindi a dimostrazione, ancora una volta, che quello che riguarda i piani alti a loro non tocca minimamente…

«Ma non solo non li tocca, ma sono i primi a provare a rincuorarti quando le cose no vanno per il verso giusto. Davvero un qualcosa di eccezionale, cosi come eccezionale è stata l’idea di prendere un mattone del muro».

E parlando di piani alti, sta arrivando verso la tacchetta degli alti livelli, anche i risultati proprio del JcWall, a dimostrazione, ancora una volta, che l’idea funziona…

«Speriamo solo che continui cosi. Oltre ai tanti mattoni apportati dai tifosi ci sono anche dei partner commerciali che speriamo possano fungere da traino nei confronti di altri e capire che questa è una vetrina importante anche per la propria di pubblicità, stando soprattutto ai numeri dei visitatori che ci sono stati fino a questo momento. Ripeto speriamo si possa andare avanti cosi e quindi continuare a creare qualcosa di molto interessante anche per il futuro».

Un futuro che dopo l’innesto di Iavazzi tra gli sponsor, può essere un tantino più ottimista…

«Di sicuro più ottimista di qualche mese fa, soprattutto perché l’entrata a far parte di questa famiglia di Iavazzi è la dimostrazione dell’intento di partecipare si nell’immediato, ma soprattutto nel futuro, considerando che aziende del genere non guardano solo all’oggi, ma anche al domani. Un domani che speriamo possa arrivare quanto prima non appena riusciremo a superare questo momento. Un domani dove non vediamo l’ora di creare un tavolo con chi ha voglia di investire e di ricoprire anche delle cariche all’interno di una società comela Juvedove c’è bisogno anche di nuovo entusiasmo ed ovviamente nuove persone».

Un tavolo che potrebbe essere giovato ancora di più da una vittoria contro Cantù, ama ancor di più dalla qualificazione playoff…

«Lo spero vivamente. Penso che se domani riusciremo a mettere in campo una partita molto simile a quella contro Pesaro, non sarà tanto facile perla Bennet. Senza contare che una vittoria cosi importante ci servirebbe non solo per l’immagine, ma anche per non vanificare il percorso lontano da casa e quindi continuare a correre per la post season, che  sarebbe una gran bella vetrina».


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