Collins: “I playoff non sono così lontani”



Andre Collins

«Una sconfitta che brucia, una sconfitta pesante, ma non decisiva. Davanti a noi abbiamo ancora delle occasioni importanti per provare a centrare un obiettivo di grande prestigio come quello della qualificazione ai playoff e sicuramente non vogliamo fermarci o desistere dall’idea di provarci fino alla fine».

Parte dalla corsa ai playoff, da un traguardo che poteva essere più che un semplice desiderio, l’analisi di Andre Collins, che però non si chiude la porta alle spalle, anzi. A detta del talento di Maryland, ci sono altre possibilità a partire dalla prossima, a partire da quella che è per lui una sfida particolare, il ritorno a Pesaro. Il ritorno nella città e nell’arena che lo ha visto protagonista lo scorso anno e dove pare abbia più di qualche velleità di rivincita per un rapporto che non è propriamente andato nella direzione di quello idilliaco tra squadra, pubblico e stella in campo.



«Quella che andremo ad affrontare la settimana prossima – ha affermato l’ex di turno – è per me una partita molto importante e che sento molto. Una partita che voglio vincere, ma sicuramente non da solo. Quello che devo fare è evitare di arrivare troppo carico alla sfida, ma soprattutto pensare di poter vincere questa sfida da solo. Certo sarà contentissimo se a fine partita guardando il tabellone vedessi non solo un punteggio a noi favorevole, ma anche quello mio personale fatto non so di 40 punti e 10 assist. Ma sarei altrettanto contento se guardando lo stesso tabellone vedessi sempre una vittoria della Juve, ma con 6 punti miei e 10 assist. Quello che conta in questa partita è giocare di squadra, far giocare la squadra e tornare a casa con una vittoria in tasca. Questa è l’unica cosa che conta».

Certo al ‘face to face’ con il passato, Collins, ci sarebbe potuto arrivare con due punti in più, con Varese agguantata in classifica e con un piede pieno all’interno del vialetto verso le migliori otto della stagione. Ma il secondo tempo del Palamaggiò contro i lombardi, ha detto un qualcosa di diverso, cosi come diversa è stata la Caserta entrata in campo dopo l’intervallo lungo e che ha subito le scorribande, anzi i bombardamenti dei varesini ed in particolare di Kangur cosi come ha spiegato anche Andre Collins: «Non è stata una questione di concentrazione. L’essere andati avanti negli spogliatoio e dopo aver giocato venti minuti di grande sostanza, non è stata la ragione del nostro brutto terzo quarto. La ragione è stata che tornando in campo per il secondo tempo, abbiamo sbagliato tanti tiri in attacco ed in difesa abbiamo subito enormemente la loro precisione da dietro l’arco dei tre punti che ha scavato quel solco importante, che non siamo riusciti più a recuperare, anche perché nel finale ci sono anche mancate un po’ di forze».

Percentuali della Cimberio altissime, ma tanti anche i tiri aperti concessi dalla difesa…

«Abbiamo pagato tanto sul pick and roll o meglio sul continuo cambio di angolo nel giocare questo fondamentale. Di volta in volta sia Stipanovic che in alcune occasioni Fletcher non potevano cambiare rapidamente questo angolo nell’uscire e coprire i tiratori e quindi Stipcevic è riuscito a giocare come meglio credeva per se e per i compagni che poi dalla lunga distanza non hanno quasi mai sbagliato».

Sconfitta a parte, la buona notizia è la prestazione di Charlie Bell…

«Siamo tutti contenti, ma eravamo convinti che prima o poi Charlie sarebbe sceso in campo mettendo in piedi una prestazione del genere. Tutti conosciamo il suo valore e da parte sua ci mette anche tanto impegno giorno dopo giorno nella settimana di avvicinamento alla partita. Ora speriamo possa continuare su questa strada».

Una parte del merito è anche della squadra, però, che possesso dopo possesso è stata brava ad andare da lui quando era caldo e in striscia…

«Questo è quello che deve fare un gruppo. Deve essere in grado di riconoscere il giocatore in ritmo e continuare a cavalcarlo fino a che non sbaglia e non lo abbiamo fatto sfruttando la vena offensiva di Charlie fino in fondo».


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