Lo spartano è tornato zittendo le critiche



Charlie Bell

Adesso sarebbe fin troppo facile esaltarsi o esaltare la prestazione di domenica messa in piedi da Charlie Bell. E’ facile davanti ai numeri stratosferici messi insieme dal nativo di Flint; numeri che non sono valsi i due punti contro Varese ma che testimoniano, si spera, l’inizio di un nuovo percorso per lo ‘spartano’ di Michigan State University. Si era capito sin dalla prima palla giocata che gli occhi erano quelli giusti ma, soprattutto, che le gambe giravano come si deve. Alla fine, il suo score parla fin troppo chiaro: 31 punti in 34’ con 6/9 da 2, 5/9 da 3, 4/4 ai liberi, 5 falli subiti, 3 rimbalzi, 1 assist e 28 in valutazione. Numeri pesanti sotto gli occhi di un Palamaggiò che, in un primo momento, appariva incredulo davanti a quanto si vedeva ma che, col passare dei minuti, ha capito diverse cose. Ha capito, si spera, che un giocatore non può immediatamente essere il cecchino di sempre se ha 11 mesi di inattività nelle gambe. Ha capito che Bell ha sfruttato le prime uscite in bianconero come una regolare e logica preseason che non ha potuto fare prima. Ha capito che, forse, tutte le critiche che gli sono piovute addosso erano quantomai ingenerose e prive di fondamento. Alcuni, in queste settimane di difficoltà, voleva la testa di Bell, voleva pagargli un biglietto di sola andata per Detroit (anche qualcuno della società va detto). Alcuni invocavano, addirittura, il ritorno di Rose in organico pur di non vedere quello che, da troppi, è stato bollato come un ex giocatore. Altri, forse i più bontemponi, hanno pensato che fosse venuto qui a prendersi gli spiccioli di Caserta (perchè di spiccioli si tratta davanti ai soldi che deve finire di prendere dai Golden State Warriors, e parliamo di quasi 4 milioni di dollari). Bell ha incassato i mugugni, è stato zitto ed ha pensato solo a lavorare duro, giorno dopo giorno. Ha lavorato con la fiducia di Sacripanti, dei compagni e dei compagni, i primi ad essere felici per la sua prestazione monstre contro Varese. Ogni palla che toccava era un pericolo costante per la Cimberio che ha visto ammattire Ranniko, Weeden ed altri, incapaci di arginare la furia dello ‘spartano’. Ora, da qui a dire che sono svanite le nubi ce ne passa, ma i segnali di risveglio sono forti ed incoraggianti, mai come oggi. D’altronde Charlie ha scelto la Juvecaserta per un solo motivo: tornare, quanto prima, quello di sempre. Quello che fece sognare gli Spartans di coach Izzo e conquistato un posto nella storia del basket americano.




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