Luise archivia Sassari: “Non accadrà mai più”



Luise e Oldoini

Di puro riposo, di puro svago e di tranquillità, la giornata regalata ieri ai bianconeri, che in questo modo hanno avuto la possibilità di staccare la spina, eliminare qualsiasi tipo di scoria negativa derivante dalla sconfitta, pesantissima, accusata in terra sassarese. Ventiquattrore per provare a rendere la riunione di questo pomeriggio, la prima che apre la settimana di avvicinamento alla sfida con Treviso che segnerà l’inizio del girone di ritorno, con la visione della partita, meno pesante e tragica di quanto invece non sarebbe potuta essere.

«Ripartiamo rivedendo la partita, rivedendo gli errori che abbiamo commesso, specialmente in difesa e provando a stabilire una strada per evitare che tutto quello che accaduto contro Sassari non accada più in futuro». Esordisce cosi l’assistente in panchina di coach Pino Sacripanti, Sergio Luise, sulla ripresa delle attività bianconere, continuando poi sul cammino verso la Benetton: «Finalmente dopo il tour de force, avremo la prima vera settimana lunga, anche se poi ci mancherà un giorno di lavoro dovendo scendere in campo di sabato. Ma finalmente potremo lavorare come si deve e cioè attraversando tutti gli step di una preparazione alla partita. Ma soprattutto avremo più di un paio di giorni per lavorare nell’intesa tra la squadra e Charlie Bell e viceversa».



Necessario e doveroso un passo indietro a quanto accaduto a Sassari, ma primo di farlo nella direzione dei lati negativi, è altrettanto doveroso affrontare i lati positivi, tra cui Dario Cefarelli…

«Sono contentissimo di quanto ha fatto quando è stato chiamato in causa da Sacripanti. Ha la taglia fisica per poter giocare in questa Lega. Ovviamente in questo momento il suo impiego è relegato allo spot di numero ‘4’, ma solo perché deve ancora effettuare dei miglioramenti e dei passi in avanti per poter giocare da esterno. Però quanto fatto vedere è la dimostrazione che ha la stoffa per stare anche in LegaA. Personalmente, poi, sono doppiamente contento, visto che si tratta di un giocatore che ho allenato direttamente e quindi è un motivo di orgoglio in più, rispetto al semplice fatto di vedere un ragazzo di Caserta che esordisce nel massimo campionato italiano e che può fungere da traino e da esempio anche per altri che vedendolo calcare il parquet potrebbero fare dei passi in avanti spinti da un coetaneo. Anche perché talento naturale a parte, Cefarelli è il frutto di come il lavoro in palestra paga sempre».

L’altra nota lieta è Andre Smith, l’unico a non fermarsi mai contro Sassari…

«In questo momento lui sta avendo un rendimento costante e di altissimo livello. Dopo il suo inizio di campionato ha avuto un piccolo periodo di alti e bassi dovuti principalmente all’adattamento delle difese al suo gioco. Periodo durato pochissimo, dal momento che in maniera veloce si è riadattato ed in questo momento è la nostra principale certezza in mezzo al campo. Quella alla quale dobbiamo provare ad aggrapparci».

Ora i lati negativi. La spiegazione che vi siete dati per la sconfitta contro la Dinamo?

«La stessa del periodo delle quattro sconfitte. Da un paio di mesi a questa parte ci si allena male e non solo per le questioni di infortuni. Il cambio di americano ci ha costretto a rallentare gli allenamenti, in un momento in cui tutte le squadre aumentano l’intensità e la qualità degli stessi. Senza contare che stiamo giocando in sette compresi i due ragazzini e quindi abbiamo avuto un grande dispendio di energie, fisiche e dopo Biella anche mentali».

Quello che ha colpito per la prima volta in questa stagione, è stato l’atteggiamento arrendevole…

«In effetti è la prima volta che ci capita. Questa è stata la prima partita in cui effettivamente non abbiamo avuto la percezione di poter vincere anche se in svantaggio. Purtroppo siamo scesi in campo con l’approccio sbagliato. In casa propria Sassari è una squadra che se prende fiducia ti aggredisce senza sosta e noi ci siamo lasciati aggredire senza opporre resistenza»

Quale il giudizio su Bell?

«Quello sotto gli occhi di tutti, non è in condizione. Purtroppo un anno è un periodo di lontananza dal basket giocato troppo lungo per un giocatore come lui. Per un giocatore che sa quello che può fare e non riuscendoci perde anche la tranquillità e la lucidità mentale».

Chi invece sta andando sempre più in crescendo è Doornekamp ed il suo tiro da tre punti…

«La possibilità di stare in campo per tanti minuti, gli ha dato una tranquillità maggiore in tutto quello che fa. Sa che se sbaglia un tiro, ha del tempo a disposizione per prenderne un altro, anche da tre punti. Il suo non è un tira naturale, ma sul quale ha lavorato molto e che ha giovato tanto dall’elemento fiducia».

Dulcis in fundo, quanto vi manca Righetti e come procede il rientro?

«Ci manca tantissimo. Era il nostro giocatore di riferimento per le uscite dai blocchi, per l’ultimo tiro, il giocatore d’esperienza, quello che tutti stavano a sentire, il raccordo tra gli americani ed il resto del gruppo, oltre al fatto che prima dell’infortunio stava viaggiando a cifre impressionanti. Per il recupero tutto dipende dalla soglia del dolore. Non ci sono traumi preoccupanti, ma solo dolore. Non appena andrà via del tutto o sarà sopportabile scenderà in campo. Potrebbe essere da un giorno all’altro o la partita con Treviso, ma sappiamo anche che poi ci sarebbe una sosta ed una settimana di riposo in più. Vedremo».


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