Dibo, casertano vero. Che tristezza quei fischi



Fabio Di Bella

La tappa numero 20 del viaggio di Colore e Calore è al Palamaggiò, il Palamaggiò degli applausi commossi, della voglia di vedere un nuovo giocatore in bianconero ma anche, e purtroppo, il Palamaggiò degli ingiustificati fischi a fine partita.
Era il giorno del debutto di Charlie Bell nel tempio del basket casertano. Era il giorno del ritorno dell’ex capitano Fabio Di Bella qui dove è stato consacrato eroe e capitano della Juvecaserta dei miracoli, quella della conquista di una semifinale scudetto e di un posto nelle competizioni europee. Il primo contatto di Bell con la nuova tifoseria è arrivato alle ore 17, al primissimo riscaldamento davanti ad una trentina di tifosi che l’hanno applaudito a lungo. Poi altri applausi all’ingresso per il riscaldamento ‘ufficiale’ con tanto di urlo personalizzato dello speaker Mercogliano. Il silenzio, poi, durante la presentazione per fargli prendere il calorosissimo tributo della sua nuova gente.
Fabio Di Bella, invece, ha preso prima i fischi insieme alla sua squadra al momento dell’ingresso. Erano solo due minuti, poi lo stesso pubblico casertano si è alzato in piedi ed ha cominciato a tributargli un caloroso applauso. Tutti in piedi, Dibo a ringraziare prima con gli applausi e poi con la mano sul cuore. Ancora applausi, il viso del capitano che tradisce una grande emozione. Il tutto solo nel riscaldamento (bellissimo l’abbraccio con Don Stefano), perchè poi è arrivato il momento della presentazione delle squadre. Anzi il prepresentazione quando il presidente Gervasio ha omaggiato il grande Dibo di una medaglia ricordo, una medaglia per ringraziarlo per quanto fatto a Caserta. Il tutto in un tripudio di applausi ed anche, perchè no, commozione. Poi gli ultimi applausi sono arrivati quando è stato presentato col resto della Fabi. Grandissimo capitano anche nel post gara con parole al miele per quella che era la sua squadra («Provo amore verso Caserta, verso questa gente che ho imparato a conoscere vivendola sulla mia pelle. Ho conosciuto gli aspetti della loro vita, quello che devono affrontare ogni giorno, io ho cercato di dare qualcosa aldila del basket. Penso che l’accoglienza che mi hanno tributato sia per il Fabio Di Bella uomo prima ancora che giocare. Io porterò sempre nel cuore questa città»). Se il 50% dei casertani avesse queste parole, provasse questo sentimento, verso questa città vi assicuro che la famosa ‘casertanità’ tanto sbandierata, toccherebbe picchi elevati. Se il 50% dei casertani parlasse così di Caserta, ebbè ci sarebbe un moto di orgoglio popolare clamoroso e giusto. Invece, qui, siamo più bravi a distruggere e criticare. Come quei tifosi che, a fine gara, hanno fischiato la squadra. Premesso che chi paga il biglietto ha il diritto di fischiare e contestare per lo spettacolo offerto (invero molto basso da parte della banda di Sacripanti), è altrettanto vero che non bisogna mai dimenticarsi che, questa Juve, ha il budget più basso della A e deve salvarsi. Non erano fenomeni prima, non sono dei brocchi ora. Anzi, ora che c’è questa palese difficoltà, c’è bisogno di maggiore amore, di ‘perdono’ degli errori, di maggiore unione.
Comunque, alla fine della giostra, il conteggio dei presenti dice 3891 spettatori (24.632 euro d’incasso totale): numeri interessanti ma non entusiasmanti anche perchè, oggettivamente, il Palamaggiò (almeno nel primo tempo) è stato quasi un salotto e solo le avverse decisioni arbitrali (che tristezza di arbitraggio) hanno scaldato la platea.
Uno striscione dell’Inferno è stato dedicato all’ultimo ‘diavoletto’ arrivato, il piccolo Jacopo. Da segnalare, infine, la presenza di una quindicina di tifosi giunti dalle Marche in un palazzetto che, per loro, rievoca dolci ricordi e vittorie storiche. Tifosi che hanno esposto lo striscione: “Noi qui per vedervi lottare, gli altri a casa a criticare”. Direi che non sono rimasti delusi.




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