La ‘follia’ bianconera e…la testa di porco



L'Inferno bianconero presente a Treviso

Tappa numero 19 del viaggio di Colore e Calore: lo scalo è Villorba, casa della Benetton Treviso prestata alla Reyer Venezia che non può ancora giocare nel ‘suo’ Taliercio. Il Pala Verde ha ben poco di verde, anzi è un muro orogranata per uno dei campi più caldi della Lega A vista la passione del popolo veneziano che riassapora il massimo campionato dopo una vita. Una vita fa si sfidavano due fenomeni, due macchine da punti, come Dalipagic e Oscar (miti adolescenziali di molti, cresciuti nel mito di questi due meravigliosi cecchini) mentre stavolta i protagonisti sono altri. Protagonisti assoluti anche i tifosi bianconeri presenti nella struttura trevigiana. In tre si sono sobbarcati il viaggio ‘andata e ritorno’ in macchina pur di attaccare lo striscione Inferno e quello in onore dei diffidati. Vi racconto una storia, visto il mio passato in curva forse riesco a spiegarla meglio. Attaccare la pezza o lo striscione equivale ad un gesto di onore per un curvaiolo, riuscire ad appendere il proprio vessillo in un palazzetto vale molto di più del risultato sul campo. E’ un onere, ma anche un onore di immenso valore. Ad Istanbul, ad esempio, lo scorso anno quando la Juve doveva sfidare il Galatasaray nel match di Eurocup, gli agenti turchi volevano vietare l’ingresso dello striscione Inferno portato da una decina di valorosi presenti a Darussafaka. Ebbene, i diavoli dissero chiaramente: “O entriamo con lo striscione, oppure restiamo fuori il palazzetto”, il fato volle che il capo della polizia fosse tifoso del Besiktas (stessi colori della Juve) e nutrisse antipatia verso il Galatasaray. I casertani entrano, lo striscione pure, ma questo fa capire che si è disposti a farsi migliaia di chilometri anche e solo per mettere il proprio simbolo dentro il palazzetto. Quindi onore ai presenti a Treviso in un giorno lavorativo e con una situazione logistica non proprio agevole. Alla fine i conti sono presto fatti: tre infernali sicuro. Nel settore ospiti erano 19, giù al parterre 5 e fanno 24 con diversi emigranti al seguito. Numeri che devono far riflettere sull’amore di questa gente per la canotta. Un amore che non conosce confini, non si ferma, per un cuore che batte fortissimo. Onore a voi ragazzi.
Ultima parentesi, inevitabile visto che questa rubrica parla delle tifoserie, dedicata ai fatti di Pesaro e l’ormai celebre ‘testa di porco’ fatta recapitare nella sede del club marchigiano poco prima di Natale. Le considerazioni da fare, a mio avviso, sono quattro.
1. Il gesto, in stile mafioso senza tanti giri di parole, fa male al movimento cestistico e non, non sono queste le vie per esprimere il proprio dissenso.
2. La Scavolini ha reagito infilando vittorie pesanti, ultima quella a Siena. Mica male.
3. Da quel che apprendo, si è sciolto il celebre gruppo Inferno Biancorosso, una perdita non da poco nel panorama ultras nazionale.
4. La stampa nazionale ha riportato, ovviamente, la notizia ma non ho visto (correggetemi se sbaglio) titoloni in prima pagina, titoli a nove colonne, o speciali con tanto di minuziosa analisi di orari, oggetti e momenti. Questo per dire che, fosse successo a Caserta, avrebbero chiamato i marines probabilmente. Due pesi, due misure. Ormai ci siamo tristemente abituati.




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