D’Angelo carica la Pepsi verso Roma



Salvatore D'Angelo

«Sono vittorie e partite che ti fanno fare pace con tutto quello che c’è intorno ad una situazione non facilissima, ma soprattutto che ti fanno amare questo sport, che come avevo già avuto modo di dire in passato, ha in serbo sempre un qualcosa di particolare e di inaspettato che nessun altro sport ha». Esordisce cosi Salvatore D’angelo che oltre ad essere uno dei dirigenti di questa Juve ne è ormai divenuto uno degli amuleti principali, dal momento che il conto con la fortuna ogni qualvolta l’ex Direttore Generale bianconero analizza un big match al quale la Juve si affaccia, è in pieno credito. Due su due. Siena prima e Milano poi. Un doppio successo che volendo essere scaramantici porta anche il suo segno cosi come abbiamo provato a chiedere, con il sorriso sulle labbra, anche al diretto interessato: «Dopo Siena poteva essere un caso, ma ora dopo il successo con Milano posso anche pensare che sia cosi e che sia diventato l’amuleto di questa Juve – esordisce con tanto di risata annessa, lo stesso D’Angelo. Scherzi e scaramanzia a parte, penso che il successo arrivato domenica pomeriggio sia un qualcosa di storico, ma non solo. Un successo che di diritto è entrato a far parte della mia personale classifica di partite più belle della Juvecaserta. Un novero nel quale c’è la gara3 giocata a Roma nei playoff di due anni fa, ovviamente la vittoria a Siena ed ora anche la vittoria contro una corazzata vera e propria come quella di Milano».

Cosa le è piaciuto di più di quel successo?



«L’intensità, la cattiveria agonistica, il non aver paura dell’avversario, ma soprattutto la dedizione con la quale la squadra p scesa in campo contro ogni tipo di pronostico».

Quale, invece, la chiave?

«Una sola: Pino Sacripanti. Non lo dico per smancerie o perché lui è il nostro allenatore, ma sono convinto che Caserta abbia in squadra un allenatore di primissima categoria. E’ un grande stratega, ma soprattutto ancora una volta ha dimostrato di essere un ottimo conoscitore del basket. Non dobbiamo dimenticarci che suoi sono i meriti di aver portato nel campionato italiano gente come Kaukenas, gente come Stonerook ed ora un giocatore come Andre Smith che nessuno conosceva. Ecco perché credo che Sacripanti sia l’artefice principale di tutto questo».

Un colpo che anche durante il match ha messo in luce la quinta essenza del Palamaggiò.

«Un pubblico stupendo, stupenda la scenografia dell’Inferno ed uno spettacolo che ripaga di tutti i sacrifici e dei bocconi amari che si debbono ingoiare in certi momenti. Personalmente mi piacerebbe dedicare tutto questo al Presidente Gervasio che di sacrifici per tenere in vita questa Juve, ne sta facendo tantissimi».

A proposito di sacrifici, ormai la situazione delle difficoltà economiche bianconere sono finite alla ribalta anche del pubblico nazionale. Un bene o un male?

«Questo sinceramente non saprei dirlo. Non saprei dire se tutto questo possa portarci ad avere maggiori aiuti o altri passi indietro. Quello che so è che dal punto di vista della Juvecaserta non ci possono essere altri segnali. Quello di domenica è stato chiaro e tondo: questa è una squadra che lotta per la salvezza, ma che non certo fa brutte figure. Chi, in questo momento, volesse investire nella Juve non getterebbe certo i suoi soldi. Basta pensare alla pubblicità che il solo Smith ha dato al marchio Pepsi con tutte le sue foto finite in giro per i media dopo la sua prestazione personale e l’impresa di tutta la squadra».

Quindi il successo contro Milano può essere una chiave di volta per attirare qualcuno?

«Non c’è dubbio, cosi come spero che serva a sensibilizzare la coscienza di ogni tifoso a d essere presente a tutte le partite o di eventuali sponsor ad aggiungersi a questa famiglia per la quale co che anche il Sindaco ed il presidente della Provincia stanno provando a dare una mano».

Sabato c’è Roma, una sfida particolare anche per lei, ma soprattutto forse l’ennesima senza tifosi al seguito.

«Beh è come ritornare sul luogo del delitto – conclude sorridendo -. Un ritorno però che non ho ancora deciso se farò. Non vorrei creare nessun tipo di spiacevole situazione, quindi non ho ancora deciso. Per quanto riguarda la questione dei tifosi credo che ormai si stia esagerando. Si sta parlando di situazioni accadute tanti anni fa e per le quali non si può oggi eliminare una grande parte dello spettacolo, ovvero il pubblico».

Che partita si aspetta?

«Una partita difficilissima, specialmente ora che hanno anche Mordente in squadra. Però dal punto di vista tecnico, credo che questa squadra si sia meritata una fiducia enorme, dimostrando che se si gioca come contro Milano, ce la possiamo giocare con chiunque».
 


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