Grande entusiasmo alla presentazione della nuova Pepsi



I tifosi bianconeri

«Di sicuro una delle missioni che ho sposato con questa mia avventura con la Juve è stata quella di provare ad avvicinare più che mai la squadra alla città e la città alla squadra».
Non poteva essere questa frase del responsabile marketing, Francesco Marzano, il simbolo dell’ennesima iniziativa che la Juve e l’ufficio marketing, ha messo in atto per provare a rimuovere sempre più una Juve nuova e che possa attirare l’attenzione ancora prima di aver messo piede in campo per un match ufficiale. Un’iniziativa che è basata ed improntata principalmente sui giovani, sui bambini, sui ragazzini che hanno nel cuore la speranza di emulare chi domenica dopo domenica scende in campo per tenere alto il nome ed i colori bianconeri. E non erano certo pochi quelli che hanno percorso tutta via Roma a piedi e con un pallone in mano.
Lo scopo? Palleggiare, fare un mini allenamento, giungere a Piazza Dante ed aspettare i propri beniamini per foto, autografi abbracci e quant’altro. Una cornice che dall’arrivo dei bambini, però, è andata crescendo di volta in volta fino al momento in cui si è sparsa la voce dell’arrivo del pullman che, come i bambini, ha percorso lo stesso tragitto preceduto dalla ormai solida ‘truppa’ di ciclisti che hanno ‘invaso’ le strade di Caserta per tutta l’estate. Poi è stato il momento di scendere, di unirsi alla folla per il primo bagno di flash, di applausi e di consensi di una folla non foltissima, ma presentissima a tutto quello che accadeva intorno. Collins il più acclamato, Righetti il rappresentate azzurro a proferire parola, prima che il tutto si spostasse, a piedi, al teatro Comunale di Caserta per la presentazione della nuova Juve. Una presentazione con cenni storici, visto che il 2011 è l’anno della ricorrenza dei 60 anni della fondazione della Juve. Una presentazione fatta di interventi, di ringraziamenti e di tanto colore grazie alla senza dell’Inferno Bianconero che non ha voluto lasciare senza sostegno la Juve nemmeno in questi casi.
«Sono contentissimo di essere qui questa sera – ha esordito il Sindaco Pio Del Gaudio tra i primi ad aprire il giro di interviste/interventi della serata-. Contento perchè ci stiamo impegnando per dare una mano ad una realtà che fa tanto per questa città e lo fa con una passione unica».
Solite poche parole, invece, per Gervasio  che sul palco, invece, è stato il primo a salire. Poi a turno Don Stefano e l’ideatore di tutta la serata Francesco Marzano.
«Sono qui per promuovere una cosa molto importante – esordisce il ‘prete ultras’ cosi come viene chiamato all’interno dell’Inferno Bianconero – l’Associazione degli Amici della Juvecaserta. Un’associazione che ha lo scopo di dare una mano ed un sostegno ad una società che rappresenta la Caserta bene ed il lato migliore di questa città. Siamo parte di questa terra e dobbiamo attivarci per dare una mano».
Quello di Marzano, invece, è stato un intervento volto ai ringraziamenti, alle sorprese e alle novità. Prima fra tutto, ovviamente, quella della ‘creazione’ dell’inno della Juvecaserta.
Un qualcosa di cui si era sempre parlato e che ora c’è. Un inno che verrà registrato a breve e che avrà la speciale partecipazione dei tifosi, ma con una piccola postilla: al coro potranno partecipare solo coloro che avranno sottoscritto l’abbonamento con la Juve per la prossima stagione agonistica.
Il responsabile dell’area marketing, però, una novità l’ha lasciata a Pino Sacripanti, prima che quest’ultimo diventasse parte dello show finale ovver la presentazione della squadra e dell’inno.
«Ringraziamenti a parte, quello che mi piacerebbe sottolineare – ha commentato il timoniere canturino, è che proprio in questo spirito di promozione e di avvicinamento alla gente durante l’anno e per 30 martedì andremo in giro per le scuole elementari e medie con i nostri giocatori e per promuovere il gioco della pallacanestro. E lo scopo di questa decisione è molto semplice: fortificare e creare laddove manca, un rapporto ancora più forte di appartenenza a questa squadra cosi come tutti ci sentiamo legati a questa città pur non essendovi nati».




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