La magia del Salento…con Manu nel cuore



I tifosi bianconeri presenti a Lecce

Diciamolo (non alla La Russa sia chiaro) ma andare in Salento è sempre una gioia. Vuoi per il calore della gente, vuoi per le bellezze paesaggistiche, vuoi per il cibo, vuoi per il mare, ma tornare a Lecce fa sempre bene all’anima. Se poi c’è anche la Juvecaserta in campo, allora la voglia di prendere la Multipla e viaggiare diventa maggiore. C’erano dieci sostenitori bianconeri nella ‘sauna’ del Pala Ventura: dieci che non hanno voluto mancare di farsi vedere (armati di sciarpe) per la prima uscita a ‘porte aperte’ della nuova squadra. E poi c’era da andare in Salento, puoi mai non trovare la voglia? Ecco, il mix era perfetto per i casertani che si sono sobbarcati il primo viaggetto stagionale per essere al fianco della Juve nel torneo salentino.
C’era qualche lieve preoccupazione per la prima sfida dei bianconeri: non tanto per il risultato del campo ma per quanto poteva succedere sugli spalti. I dieci casertani al confronto coi 300 brindisini dopo i fattacci dello scorso anno al Pentassuglia che hanno rovinato quella che doveva essere una festa del basket meridionale. Fischi, ma neanche tanto forti, per l’ingresso della Juve, prima applausi e poi qualche fischio per l’ex Maresca (che non ha gradito granchè) e niente di più. Tifo solo per la propria squadra, neanche un coretto o un’offesa solitaria verso la Juve o i sostenitori bianconeri. Niente. Anzi si mormora di qualche birra scambiata tra quattro tifosi, due per fazione. C’è anche chi urla ‘E’ fuorigioco’: capita anche questo nella prima partita.
Il giorno successivo, dopo una salutare e meritata gita in spiaggia, si ritorna nel forno del Pala Ventura che, sarà perchè siamo preparati al peggio, ci sembra essere meno ribollente dei 40 e passa gradi del giorno precedente. Per la finale tra Caserta ed Avellino il palazzetto è semideserto (la maggior parte dei tifosi brindisini era sulla via del ritorno, forse per gustarsi i tre palloni rifilati dal Napoli al Milan) ed i casertani hanno perso qualche unità ma non la voglia, comunque, di esserci. Tranquilli e composti seguono la loro Juve perdere contro Avellino (ormai una maledizione) tra applausi, qualche sbadiglio di stanchezza ed un orecchio al cellulare. Foto ed abbracci all’uscita della squadra dal palazzetto (è clamorosa la disponibilità con la quale tutto il gruppo si fa abbracciare dalla tifoseria e non nega mai una parola o un sorriso) e poi via, di ritorno a casa perchè c’è chi lavora.
Un weekend piacevole di basket, piacevole per l’atmosfera vissuta e super pensando alla magia salentina. Una terra meravigliosa, da vivere e gustarsi fino all’ultima goccia.
Scusate se rubo lo spazio per una chiusura personale: rientrare al Pala Ventura, aspettare l’accredito stampa nel corridoio fuori il palazzetto è stato un tuffo al cuore. Nello stesso scenario, nel settembre del 2008, scambiai, per l’ultima volta nella mia vita, due parole con l’indimenticata Manuela Gallicola. Mi ricordo, come se fosse ora, le sue parole: “Ah Anzoini sei pure qua? Sei venuto subito a fare polemica? E basta”. Ero di spalle, mi giro e vedo Manuela. Risate, baci ed abbracci oltre alle solite chiacchiere sul settore giovanile. In quel palazzetto c’erano anche Gigi e Paolino Mercaldo: la serata post partita la passammo tutti insieme per le vie del centro di Lecce a mangiare una pizza anche con Mario, il marito di Manuela. Una serata normale, come tante altre, che però è diventata unica e speciale. Commovente a distanza di anni. Due mesi dopo, Manuela, Gigi e Paolino (insieme al grande Gianluca Noia) ci salutarono nel tragico incidente di Buccino. Andare a Lecce, andare al Pala Ventura non è mai normale. Per me, quel palazzetto, sarà sempre speciale. Quel campo mi ricorderà in eterno il sorriso di Manu, l’allegria di Gigi, gli occhi di Paolino. Ciao 4 stelle, siete sempre nel mio cuore.




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