Gladiator, Sticco: “Ho la possibilità di vestire la maglia che più amo”



Sticco in azione (foto Nando)

La stagione è appena iniziata in casa Gladiator. Sotto i riflettori uno dei calciatori più attesi: il sammaritano doc Luigi Sticco, attaccante classe 1981. Fisico da granatiere con un’altezza di 181 cm ed un peso forma di 75 kg, Luigi Sticco è il calciatore attualmente tesserato che detiene il record di gol con la casacca neroazzurra in gare di campionato. Mancano solo due partite per centrare le 100 presenze con la maglia della squadra della propria città: i tifosi sammaritani hanno gioito ad un gol di Luigi in ben 58 occasioni. Proviamo a capire grazie a Sticco cosa significa per un sammaritano l’orgoglio di vestire questi colori così speciali: “Questa maglia ha un valore speciale per noi sammaritani. Giocare con la casacca della squadra della propria città non è mai facile. Sono tifoso del Gladiator. Mentre per altri calciatori dopo la gara è finito tutto, per me e per chi è sammaritano e veste questi colori non è facile passeggiare per Santa Maria. Se arriva una sconfitta c’è una delusione doppia da digerire. Non si ha il coraggio di guardare negli occhi i tifosi. Si sta male e si rimugina per tutto quello che è stato l’evolversi della partita. Se si vince c’è gioia per il risultato ma nel nostro cuore si è fatto solo il proprio dovere e piacere di aver dato un sorriso al nostro popolo che ama la squadra. Pretendiamo da sammaritani di dare il 101% delle nostre forze. Quella maglia neroazzurra deve uscire sudata. Bisogna onorare questi colori che hanno dato vita a più di ottanta anni di storia e che hanno portato Santa Maria in tutta Italia”. Vuoi portare a termine una promessa data quando sei approdato per la prima volta in questo club ed un rimpianto: “Prima di tutto voglio ringraziare il presidente Luce perché mi ha dato la possibilità di vestire la maglia che più amo. Ho iniziato a giocare non con la maglia del mio paese. Nel 2005 dopo il fallimento del club, il Gladiator partì dalla promozione ed ebbi l’onore di vestire i colori della squadra della mia città. Feci una promessa: portare la squadra almeno in Serie D. Iniziai con lo scetticismo di tutti. Che emozione, però, all’esordio in Coppa Italia. Contro il Volla andai in gol. Come si fa a non ricordare la prima rete con la casacca del Gladiator. Che gol: spalle alla porta, rovesciata e palla in fondo al sacco. Quell’annata fu strepitosa: 29 gol in 26 gettoni di presenze. Una stagione irripetibile. Cavalcata strepitosa. Recuperammo 13 punti di distacco al Casapesenna ed all’ultima giornata vincemmo in casa loro con promozione in Eccellenza. Che emozione al ritorno in città con 2500 tifosi ad osannarci. Due anni in Eccellenza, successivamente, ma la promessa di portare la squadra almeno in D non riuscii a terminarla. Ecco il primo rimpianto. Il secondo la sfida di ritorno di Coppa Italia. Quella gara da sammaritano la volevo giocare. In quell’occasione, però, veniva prima il dovere di calciatore e poi quello di essere tifoso. C’erano stati dei problemi e come membro di una squadra non potevo andare contro ad una scelta collettiva. A malincuore non scesi in campo. Capisco perfettamente la rivalità con la Casertana, ma solo la rivalità e non l’odio che è un sentimento che non condivido. Noi siamo il Gladiator e dobbiamo vivere di luce propria, non dobbiamo più pensare alla rivalità con la Casertana. Dobbiamo aspirare ai professionisti e con patron Luce tutto questo è possibile. Abbiamo un progetto serio e duraturo. La piazza ci deve seguire in tutto. Anche la tifoseria deve cambiare mentalità, una mentalità da categorie importanti”.




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