Politiche sportive inefficienti da anni, ma non cambia mai niente



Allo Sport italiano serve una svolta?

Ci sono SPORT che danno senso alla vita di tante persone, tantissime. Ci sono SPORT, considerati minori, che fanno fatica ad attrarre riflettori su di sè in quanto troppo di sacrificio o poco comprensibili alle menti semplificate del pubblico italiano. Ci sono SPORT antipatici agli amministratori perchè hanno bisogno di spazi, strutture e addirittura fondi. Poco importa se questi SPORT, olimpici o semipro, portino lustro al nostro Paese, al pari del buon cibo, dell’arte e del cosidetto e tanto acclamato ‘made in Italy’. Poco importa di queste realtà, ma a partire dall’alto e a tutti i livelli. Ministero preposto, Federazioni, Coni tutti colpevoli di non saper convogliare quelle poche risorse disponibili (mentre negli altri Paesi l’istruzione e lo sport sono quasi intoccabili) verso la crescita del movimento in generale. E ci ritroviamo negli organi decisionali persone ultrasettantenni o giù di lì che niente più hanno a che fare con erba, parquet, odore e sapore del cloro, rapporti, reti, racchette, palloni e mazze. Persone (presidenti, consiglieri, faccendieri, segretari) che hanno pensato più a coltivare i propri orticelli negli ultimi anni anzichè mettere attorno a un tavolo le migliori menti dei propri movimenti per farle interagire e trovare soluzioni comuni decenti. Anche quando la politica ha fatto cadere la lama della ghigliottina sui fondi o quando si toglie ossigeno alle ASD nessuno alza la voce. Invece,  si deve aspettare sempre il campione, l’eroe (con mentore e mecenate annesso) per far parlare, per racimolare qualche sponsor e qualche soldo. Quando basterebbe fare una seria politica di marketing, svecchiare il sistema ed attaccare le posizioni di potere di qualche presidente di federazione, che poi trova anche voti qua e là per farsi eleggere. Senza tra l’altro fare gli interessi dello sport che rappresenta.  Hai detto niente! Tutti creativi, ma tutti fuori dal mondo. Anzichè razionalizzare le spese si taglia si accorcia una coperta sempre troppo corta. Il problema sta a monte, ma anche a valle. Le istituzioni locali, sempre brave a fare la faccia pulita e a dare la colpa ai predecessori se le cose non funzionano, quando stanziano fondi li stanziano male. Si dimenticano, infatti, di questo e quello e quando  arrivano i soldi per gli impianti da costruire o ristrutturare, arrivano tardi e i risultati non sono mai esaltanti. Mestieranti della politica e dello sport che hanno fatto il loro tempo e che con la scusa della crisi vivono in un limbo decisionale dove per fare bene non devi fare. Intanto, però, il tempo passa e zone del Paese restano indietro, i risultati sportivi a livello internazionale sono sempre peggiori e sempre meno ragazzi vengono ‘tolti dalla strada’ per essere inseriti in circuiti virtuosi come può essere quello sportivo. I meccanismi democratici, poi, nelle varie federazioni sono cose considerati di ostacolo agli interessi di pochi e di poche società abbienti. La spettacolarizzazione televisiva anche negli sport minori ha fatto il resto. Tutti a mettere un prezzo (emittenti da un lato e società dall’altro) perchè solo questo fa girare l’economia sportiva anche nelle discipline minori e chi meno ha, ovviamente comincia a chiedere. Un sistema che si ‘dopa’ da solo, ma che non sembra poter trovare vie d’uscita per il momento. Pallanuoto, Basket, Rugby, Tennis in Italia al di là di sporadiche punte di eccellenza sono quasi al collasso e nessuno fa niente per salvare chi investe e per attrarre sponsor. Tutto questo ricade anche sui giornalisti che per raccontare partite o riportare notizie di quello o quell’altro sport fanno fatica a reperire informazioni e quando ci riescono spesso e volentieri ci rimettono di tasca propria (dato che giornali e siti che spesso non vogliono investire in sport minori). Purtroppo il calcio fagocita la stragrande maggioranza dei soldi e delle attenzioni e per questo si sente impunito e autoreferenziale. Poi escono ad intervalli regolari le varie Calciopoli e Scommessopoli. Agli intelligenti questo fa storcere il naso e fa risultare antipatico il mondo del Football, altri sono sempre pronti a scendere in piazza acriticamente se gli tocchi la squadra del cuore, ma non per i diritti più elementari che una democrazia dovrebbe garantire. Anomalie italiane, insomma. Anomalie che si ripercuotono a catena sulle famiglie e sui ragazzi che fanno sport, sui movimenti minori che si ritrovano senza soldi e nessuno dall’alto agevola questo mondo che funge da educatore e da formazione per adolescenti e non solo, ma anche come valvola di sfogo. Il rischio è quello che lo sport diventi un privilegio per pochi o si frantumi in una miriade di realtà e società che rappresentano solo se stesse. La sensazione è che i vari ‘capoccia’ di turno (pochi perchè sono sempre gli stessi) abbiano lasciato fare ad altri non competenti per lavarsi le mani, abbiano trovato soluzioni estemporanee senza programmazione, abbiano affidato tali soluzioni per far presto ad amici di amici di amici di amici per fare presto e per far finta di FARE. Ma in realtà non hanno fatto nulla o molto poco, lasciando andare alla deriva altri sport che pure hanno seguito ed atleti che li praticano. Che fare ancora? Una parte di ricetta già l’abbiamo data, l’altra potrebbe essere quella di creare situazioni fiscali vantaggiose per gli sport minori, ridimensionare il mondo del calcio (magari sfoltire un po’ di posti disponibili per le società tra professionisti e dilettanti), fermo restando che se la gente segue il Calcio un motivo ci sarà e gli va riconosciuto il ruolo di traino per il movimento sportivo tutto. Ma perchè vedere la giustizia sportiva o le segreterie federali decidere la composizione dei campionati? E perchè avere tante società che falliscono, anche in questo sport dove girano tanti soldi, ogni anno? Troppi galli a cantare non fanno mai giorno, recita un detto popolare. Penso sia azzeccato. Ultimo consiglio cercare di attrarre capitali sia pubblici che privati facendo si che i club a tutti i livelli abbiano la professionalità adatta per creare progetti e portarli avanti nel nome dello sport e della crescita, ma anche per la promozione dei territori di riferimento e della valorizzazione degli atleti. Certo con questi chiari di luna la situazione è più logico che resti tale o peggiori che cambi in meglio, ma le soluzioni anche se leggermente drastiche ci sarebbero per salvare la credibilità dello SPORT tutto in Italia. Se lassù non cambia niente, però, niente cambierà. Ahinoi.




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