Spezzaferri: “Aversa rappresenta la provincia di Caserta”



Spezaferri

L’Aversa Normanna rappresenta la massima espressione del calcio casertano dopo un campionato i cui obiettivi sono cambiati a suon di vittorie e prestazioni convincenti degli uomini di mister Ferazzoli. Al termine del campionato le strade tra il tecnico e la società normanna si sono separate. Impazza il toto allenatori:tra i papabili Mandragora e Feola ma non è da escludere nulla. Presente e futuro nelle parole del presidente ing Spezzaferri:” Rispetto agli obiettivi d’inizio stagione, dobbiamo essere contenti essendo arrivati a ridosso dei play off. C’è rammarico perché noi come società abbiamo fatto qualche piccolo investimento per cercare di coronare un sogno. Con queste ultime partite abbiamo perso il treno dei play off. La fine del rapporto col tecnico. Non parlo di esonero del mister. Dico che avevamo un contratto di 1 anno e quindi è scaduto. Non gli abbiamo fatto il rinnovo, non abbiamo deciso il progetto della prossima stagione non parlando di allenatori. Una porta resta aperta : ma se devo dire di essere contento per come Ferrazzoli abbia interpretato le ultime giornate questo sicuramente non lo dico. Parliamo di un tecnico bravo ma con un po’ di determinazione e cattiveria  in più riuscivamo a portare a casa qualche risultato che abbiamo perso sul filo di lana. Smentisco i nomi che ho sentito in  giro , ancora dobbiamo parlare della guida tecnica. La cosa fondamentale è che la lega pro sta cambiando:nell’ultimo consiglio federale di lega fatto a Roma abbiamo determinato gli anni dei giovani per i minutaggi che faremo. I giocatori che giocheranno in Primavera l’anno prossimo sono quelli a cominciare dai ’93.  A catena anche noi in lega pro avremo l’obbligo di far giocare tre ’91  in Seconda Divisione e due ’91 in Prima Divisione. Aversa rappresenta la provincia di Caserta:abbiamo sempre bisogno di gente che ci vuol dar una mano. Bisogna sapere però che si fanno sempre grossi sacrifici sia in termini d’impegno che economici. Diventa difficile per tutti. Se non c’è il grosso imprenditore, ci devono essere piccole forze a dar man forte al progetto. Il discorso dell’azionariato popolare con tante persone che vogliono avvicinarsi può essere quello che ci dà le motivazioni giuste”




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