Montepaschi-Pepsi: Caserta vuole l'impresa



Una istantanea del match d'andata

La partita più sentita della stagione, quella che tutti aspettano: confrontarsi con i campioni è sempre il punto di partenza e di arrivo di qualsiasi squadra per guardarsi allo specchio ed avere una diagnosi reale del potenziale di una squadra che, partita con le attese reduci di un campionato fantastico, si ritrova a metà classifica e in piena crisi. Caserta vs Siena, una sfida sempre spettacolare, che nella gara di andata al PalaEstra fu risolta da qualche fischio arbitrale troppo casalingo a favore di Stonerook e compagni, ma che vide la Juve (quella delle prime 5 sconfitte) giocare alla pari e meglio della Mensana per 38 minuti.
Per Caserta di sicuro questa sarà una prova del nove: dopo i tre capitomboli di fila con Sassari in casa e a Pesaro e Madrid on the road, questa squadra sembra ritornata ad essere quella che aleggiava sul campo in maniera spettrale. Tre gare che hanno dimostrato come i ragazzi di Sacripanti siano capaci di accendersi e spegnersi in pochi minuti nell'arco di una partita. Un calo fisico probabilmente che spesso nei secondi tempi costa le partite. I parziali presi a Madrid al rientro dalle pause (9-1 al 3^, 22-6 al 4^ periodo) dimostrano che manca fiato per tutti 40 minuti e se hai delle rotazioni corte non sempre gli americani possono fare gli straordinari. Di Bella è il capitano e l'unico fra gli italiani a garantire qualcosa in termini di fatturato ed intensità, ma ovvio che non può reggere 40' e spesso è Bowers è gestire la cabina di regia per tanti minuti, specie se Koszarek non è in giornata. Garri, alterna prestazioni rimarchevoli a gare anonime e abuliche, e la differenza tra il suo minutaggio (che rispecchia il suo plus/minus) tra vittorie e sconfitte è la chiave determinante per leggere le gare della Juve. Il calo vertiginoso nel rendimento da parte di Colussi ha tolto un'altra freccia dall'arco del coach, se consideriamo che Phil Martin, anche acciaccato tra l'altro, non è certo il 9^ gran giocatore su cui poter contare, e suoi “ne” lo dimostrano. Non resta che sperare in un quintetto, dove il più continuo dell'ultimo periodo sembra essere Bowers, che smazza assist, proprio perchè ha tanto tempo la palla nelle mani dal palleggio, sa accendersi e guidare i momenti positivi, ma speso non riesce a dare la scossa quando serve. Con il 2/3 dall'arco in coppa, speriamo che il buon Timmy da Mississippi State possa tornare quello che faceva faville l'anno passato. Jones, è sempre la perfezione per numeri, punti e rimbalzi garantiti, quel “money in the bank” che fa comodo a qualsiasi squadra, ma deve aggiustare leggermente le sue percentuali dalla lunetta e dall'arco per tornare a essere il secondo candidato all'mvp come accaduto la scorsa stagione. Ere e Williams devono garantire solidità: il nigeriano con tiri dall'arco e in transizione, che adesso tendono di nuovo ad uscire, il “bulgaro” con i suoi kili nell'area offensiva è devastante, ma diventa quasi controproducente sullo show difensivo del pick and roll, situazione in cui nel 90% delle volte subisce canestro la Juve, e quando non succede spesso c'è un fallo di Big Eric.
Al contrario delle aspettative, Siena è il solito cannibale che fa tabula rasa di ogni trofeo sulla sua strada, seppur la coppa europea non sia così prodiga di soddisfazioni come ci si poteva aspettare. Di sicuro Pianigiani non può non temere una Juve strana e trasformista, che, quasi alla stregua del Real Madrid, può giocare 20 minuti obbrobriosi e 20 di pura perfezione. Previsto un allenamento di rifinitura in mattinata al Palamaggiò per abituare Stonerook e compagni ai ferri del Palazzo dei 100 giorni. Da verificare le condizioni di Jaric, con l'ex Clippers che deve ancora esprimere il suo potenziale. Possibile l'ingresso nelle rotazioni di un Hairston che ha fatto davvero bene con il Partizan in settimana. Zisis sarà il go to guy dell'attacco, mentre alla bestia nera casertana Kaukenas sarà affidato il solito ruolo di ammazzare l'incontro. Lavrinovic e Stonerook, a cui si aggiunge Rakovic e i suoi “blocchi sporchi” non sono i migliori clienti per una difesa casertana che sul pick and roll centrale viene costantemente infilata. Se poi consideriamo che questo terzetto tende ad alzare le sue percentuali quando vede le canotte bianconere targate Pepsi, allora il quadretto diventa più triste per i casertani. Meno preoccupazioni destano gli italiani di Siena, gli “specialisti” di coach Pianigiani, Carraretto e Aradori, che troveranno di fronte avversari più fisici e che non hanno buon feeling con i ferri del palamaggiò. Moss invece potrebbe trovare vita facile perchè non c'è un effettivo marcatore con le sue stesse caratteristiche che possa contenerlo. Ere sarebbe il prescelto, ma tende a perdere giri se stancato per tutti i 40 minuti, quindi Pino Sacripanti dovrà inventarsene una delle sue. Di sicuro una buona prova in retroguardia da parte di Bowers su Kaukenas e di Jones su uno a scelta tra Stonerook e Lavrinovic, sarà una delle chiavi determinanti per poter decidere gli esiti di un incontro che pende dalla parte dei toscani. Ci sarà il ritorno a Caserta di Michelori, eroe della passata stagione che adesso rimane spesso, troppo spesso, 40 minuti seduto a guardare i marziani. chissà quale sarà l'accoglienza di un pubblico che aveva imparato ad amarlo e apprezzarlo con tutti suoi pregi e difetti sul campo.
Per battere Siena, semmai fosse possibile, bisogna essere perfetti. Non è il momento migliore per la Juve, ma riprendersi sarebbe davvero un'impresa titanica. E se c'è una squadra pazza in questo campionato che possa però riuscirci, questa può essere la Juve, non per il talento, non per il gioco, ma per il suo grande trasformismo e la possibilità di affrontare qualsiasi avversario a viso aperto concedendo e prendendosi ogni minimo spazio sul parquet.

zp8497586rq



error: Content is protected !!
P