Casertana si chiude un anno importante: il 2011 potrebbe essere quello giusto



I falchetti sperano di festeggiare anche a fine anno

Il bilancio del 2010 può considerarsi più che positivo per la Casertana. Un anno vissuto intensamente alla ricerca di stabilità e certezze. Ma l’anno non si aprì nel migliore dei modi per i tifosi costretti a mandare giù due sconfitte consecutive: il 10 gennaio con la Forza e Coraggio brava e fortunata a passare grazie alle reti di Salvati e Tortora ma soprattutto alle incertezze di Schiavella. Clamoroso il ko della settimana successiva quando il Fasano, unica squadra dilettante a non aver ancora vinto, s’impose 2-1 con gol di Tateo e Fiscina intervallati dal solito Olcese. Fu il punto più basso della stagione e a quel punto l’obiettivo playoff diventò sempre più distante. Riscatto ad Angri dove gli uomini di Feola sfoderarono una grande prova di carattere. Morra, Monaco e Pinto gli autori delle reti rossoblù. Nel turno infrasettimanale una prodezza di Gennaro Monaco bastò per avere la meglio sul Matera e quando la domenica Olcese e Gilfone sbancarono il campo della Sibilla i falchetti tornarono prepotentemente a ridosso del podio. Ma i problemi societari, stipendi non pagati e un rendimento altalenante non permettevano di volare troppo con la fantasia e i ko con Pianura e S. Antonio Abate lo confermarono. Indecente la prestazione contro la vice capolista e non bastarono i gol di Olcese per incrementare la classifica. L’argentino decise la sfida con il Bitonto del 21 febbraio e i falchetti continuavano a rimanere nel gruppo delle pretendenti playoff. Appena un punto nelle tre gare successive fu il sintomo che ormai il gruppo non poteva più giocare gratis e reggere il passo delle altre. 0-0 a Grottaglie poi sconfitta in casa con il Neapolis e a Francavilla sul Sinni nell’infrasettimanale. Il 14 marzo ritornò la luce grazie ad Olcese e Fucci. Poi nuova battuta d’arresto sul campo di Ostuni. Sarà l’ultima apparizione di Olcese poiché l’attaccante, stanco di non percepire lo stipendio tolse il disturbo. Prima di Pasqua i gol di Monaco e Pinto stesero la Turris e nonostante tutto la Casertana era a – 3 dal quinto posto. Ma la rincorsa s’interruppe bruscamente a Casarano che maramaldeggiò infliggendo un mortificante 5-0 alla squadra. Dopo il turno di riposo tre punti grazie alla doppietta di uno strepitoso Guadagnuolo, vera anima della squadra. Stop a Pisticci, poi a cadere sotto i colpi di Monaco, Gilfone e Pinto fu il Francavilla Fontana già condannato all’Eccellenza. Per raggiungere il S. Antonio Abate servivano tre punti a Benevento contro la già qualificata Forza e Coraggio e il pari del Neapolis a S. Antonio. I falchetti con Gilfone e Mautone fece il proprio dovere mentre la capolista s’arrese 3-2 e vacanze anticipate per i rossoblù. Siamo a metà maggio ma il futuro è già a rischio. Sparaco annuncia il disimpegno entro il 30 giugno, nessuno si fa avanti e il calcio rischia di sparire. Si prova a risolvere dando credito al presidente della Normanna Spezzaferri che annuncia il trasferimento del titolo da Aversa. Solo poche ore di illusione poi si ripiomba nel panico. Il 20 giugno è il patron del Marcianise Salvatore Bizzarro ad annunciare il trasferimento della Prima Divisione in città e i tifosi scatenano la festa. A Caserta si torna a respirare aria di grande calcio. Bizzarro viene accolto da un migliaio di persone che si ritrovano in C1 senza aver vinto neppure il campionato. Ma l’imprenditore marcianisano è chiaro: vuole avere al suo fianco altri imprenditori e il sostegno delle istituzioni. Le richieste non vengono esaudite e in un solo colpo Terra di Lavoro perde sia il Real Marcianise che la Casertana. Siamo ormai a luglio e il tempo stringe. Mentre le altre partono per il ritiro la Casertana non esiste neppure sulla carta. Sparaco non ha formalizzato l’iscrizione al campionato di D. Poi spunta Di Stanislao che vorrebbe rilevare il club presentando domanda di ripescaggio in C2. Niente da fare anche stavolta. Poi riecco l’incubo Di Mascio che a distanza di sei anni torna sul luogo del delitto. La piazza è spaccata: c’è chi preferisce far morire il calcio piuttosto che rivedere chi condannò nel 2005 i falchetti alla radiazione. Un venerdì pomeriggio i cancelli dello stadio si riaprono: sotto la guida di mister Pensabene ci sono Perna, Poziello, De Sena, Chiavaro, Marzocchi. Sembra fatta ma il passaggio delle quote non è formalizzato, Sparaco prende tempo e Di Mascio fa un passo indietro. E’ la svolta perché Verazzo e Roviello operano il blitz e Sparaco esce di scena. Stessa sorte per Roviello con Verazzo unico presidente. L’imprenditore non indugia e affida la costruzione della squadra a Gigi Pavarese. Una garanzia per giocatori e soprattutto per la piazza stanca dei continui tira e molla e vogliosa di calcio. In quattro giorni arrivano calciatori di categoria superiore: Sarli, Sergi, Cordua, Della Ventura, Corsale, Miale, Parisi, Marciano, tutti atleti pronti a vendere cara la pelle pur di centrare l’obiettivo. In Coppa arriva l’eliminazione solo ai rigori ad opera del S. Antonio Abate. In campionato è un’altra storia. Subito tre punti contro il Nola con neppure dieci allenamenti nelle gambe. A Torre del Greco l’esame viene superato rimontando due gol con Sarli e Miale. Marsala travolto alla settima e la squadra di mister Cioffi convince. A Lamezia arriva però la prima sconfitta della stagione. 2-1 immeritato frutto di un arbitraggio vergognoso e il grave incidente a Pontillo. Lo 0-0 casalingo con l’Hinterreggio fa storcere il naso ma poi arriva la vittoria a Melecucco contro il Cittanova. La firma di Sarli con un eurogol. Niente da fare per il Nocera mentre a Caltanissetta finisce 1-1. La rincorsa al primo posto continua a gonfie vele: una punizione di Corsale e una prodezza di Marciano stendono l’Acireale. A Modica Sergi riacciuffa il pari quando ormai sembrava tutto compromesso. Quindi gli eurogol di Sarli, Chietti e Sergi travolgono la Rossanese e si arriva al 7 novembre in trasferta a Mazara del Vallo. Campo ostico, avversario reduce da ben quattro vittorie di fila. L’avvio è un incubo con i siciliani in gol dopo quattro minuti. D’Isanto impatta ma un istante dopo si va nuovamente sotto. Nella ripresa Miale e D’Isanto ribaltano il match e arrivano tre punti di platino. E’ una vittoria che dà morale e fiducia a tutto l’ambiente. Dopo la sosta c’è il big match con l’Ebolitana che ha un vantaggio di quattro punti in classifica. Davanti a quasi 5000 spettatori si parte con il gol di Cordua. Pignatta approfitta di un regalo difensivo e fa 1-1. Sekkoum dagli undici metri consente alla capolista di andare al riposo in vantaggio. Nella ripresa si scatena Sergi che in sei minuti firma il 3-2. Al 91’ Loiodice di Matera s’inventa un rigore che Visciglia trasforma gettando tutti nello sconforto. A Sarno però ecco la reazione: tre gol al Sapri con Capparella, Sarli e Corsale a referto. Ci si aspetta il bottino pieno anche contro il Messina ma un missile di Cocuzza sbanca Via Medaglie d’Oro e la vetta passa a -6. Nel giorno dell’Immacolata Sergi illude i suoi e Melito di Porto Salvo. Zampaglione riporta alla realtà i campani salvati da un super Salerno. Forza e Coraggio senza scampo nel penultimo turno battuto da Sergi e Cappiello che mandano in estasi il ‘Pinto’. Infine l’impresa di Noto ancora con Sergi sugli scudi. Il resto è tutto da scrivere, ma questo 2010 non verrà dimenticato facilmente. Il 2011 potrà finalmente essere quello del ritorno del falco tra i professionisti.




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