Un giro di scommesse sulle partite di calcio gestito dalla camorra. È quanto viene fuori da un’informativa della Dda di Napoli spedita all’ufficio indagini della Procura federale di Roma. Tutto ha inizio una domenica pomeriggio, quando all’improvviso c’è chi si affretta in strada. Come a un segnale concordato, tacito, pochi minuti prima del novantesimo minuto, che segna la fine della liturgia calcistica settimanale. C’è chi lascia la casa, chi abbandona per un attimo il ristorante, chi si affretta in auto: tutti al primo sportello di scommesse, a fare la «puntata» in attesa del fischio conclusivo.
Movimenti corali, su uno dei territori più «attenzionati» d’Europa, tra Secondigliano, Scampia e la popolosa cinta metropolitana, teatro qualche anno fa della guerra per la conquista delle piazze di droga. Una domenica pomeriggio (o forse più di una domenica consecutiva), in terra di faida, con tante persone che scommettono. E lo fanno in modo legale, ricevuta alla mano, muovendosi come a un segnale comandato.
È lo sfondo di una informativa firmata dalla Dda di Napoli e spedita qualche tempo fa a Roma, all’ufficio indagini della Procura federale.
Un’informativa di pg, materiale grezzo, che ora spetta al procuratore Stefano Palazzi passare al setaccio e semmai valorizzare. Ci sono sei squadre sotto valutazione: quattro di B – Modena, Salernitana, Ancona e Crotone -; due di prima divisione girone B, Andria e Real Marcianise. In tutto quindi sono tre le partite sotto valutazione (che nascono dal probabile incrocio delle sei squadre citate), ma c’è anche una partita di serie A: un match che vede protagonista il Napoli contro un avversario rimasto al momento top secret.
Vicenda scivolosa, che conviene raccontare da una premessa, anche per evitare polveroni che in genere seguono a inchieste su calcioscommesse: il Napoli non è sotto inchiesta e, qualora venissero riscontrate delle anomalie in alcune tracce lasciate dagli scommettitori, la squadra partenopea andrebbe considerata comunque parte offesa. Stesso ragionamento, dato lo stato iniziale degli accertamenti, per le sei squadre segnalate dalla Procura di Giovandomenico Lepore. Ma in cosa consiste il carteggio sull’asse Napoli-Roma? E perché il riferimento a un match disputato da due club di serie A? Tutto nasce da indagini sul sistema criminale degli scissionisti – i famigerati «spagnoli» legati agli Amato-Pagano – usciti vincenti dall’assalto al clan Di Lauro di cinque anni fa. Si intercetta un volume di scommesse anomale, che insospettiscono gli investigatori.
Si fanno riscontri alle ricevitorie e visto il volume di giocate, c’è qualcosa che non quadra. Puntate alte, tutte concentrate nello stesso quartiere, che si svolgono a ritmo frenetico, tra soggetti che poi parlano dei risultati finali prima che arrivi il fischio dell’arbitro. E ancora: persone che si scambiano pareri su partite in corso, come se fossero a conoscenza del risultato conclusivo. Sempre attenti a non tradirsi quando di mezzo ci sono droga o omicidi, c’è maggiore disinvoltura invece quando l’argomento cade sullo sport nazionale e sulla passione delle scommesse.
Puntate on line, che consentono tra l’altro di provarci fino a partita inoltrata. Scenario un po’ più chiaro per le sei squadre indicate nell’informativa, mentre resta sullo sfondo un flusso anomalo di scommesse per una sola partita del club partenopeo. Non mancano commenti – emersi da attività informativa sul territorio – circa l’opportunità di non convocare una persona, di non portarla neppure in panchina, nonostante il proprio stato di forma. Parole pronunciate non da clienti del bar dello sport, ma da persone interessate ai soldi.
Scenario nebuloso, frasi da decodificare usando ora i mezzi della giustizia disciplinare. È il frutto di una straordinaria attenzione investigativa da parte di polizia e carabinieri su un territorio dove il giro di quattrini legato alla droga non ha mai subito flessioni. Soldi che sono stati puntati in modo vorticoso o quanto meno sospetto, tanto da spingere gli inquirenti napoletani a confezionare un’informativa ora al vaglio della Procura federale.