Gladiator, Di Pierro tuona: “Per fare calcio servono giocatori”



Filippo Vito Di Pierro (foto Andrea Salzillo)
Filippo Vito Di Pierro (foto Andrea Salzillo)

Il Gladiator esce con le ossa rotte dalla gara con il Brindisi, subendo una sconfitta dal passivo un po’ troppo pesante per quanto si è visto sul terreno di gioco. Non che i neroazzurri abbiano creato opportunità tali da poter mettere in bilico la superiorità dei brindisini, però lo 0-3 appare un tantino esagerato considerando la situazione che, eccezion fatta per i due prodigi di Munao volti a deviare in angolo le punizioni di Pellecchia e Troiano, gli attaccanti ospiti si sono resi pericolosi soprattutto con conclusioni da fuori area. Da condannare duramente sono le sciocchezze di Puccinelli e Ferrara, in occasione dei due rigori concessi abbastanza generosamente dal direttore di gara, che hanno permesso al Brindisi di Salvatore Ciullo di espugnare il “Mario Piccirillo”. Indicazioni che il tecnico sammaritano Filippo Vito Di Pierro si è segnato nel suo taccuino e su cui lavorerà in settimana. Ma nell’intervista post-gara, l’attenzione del trainer di Perugia si sposta su un altro discorso, la carenza di elementi adatti a completare l’organico.

Di Pierro in panchina (foto Andrea Salzillo)
Di Pierro in panchina (foto Andrea Salzillo)

Punzecchiature. Dopo aver tenuto a rapporto l’intera squadra negli spogliatoi per venti minuti, Di Pierro si presenta in sala stampa e spiega cosa manca alla squadra per contrastare le compagini avversarie: “Nelle precedenti interviste ho detto che avrei parlato solo dopo la gara col Brindisi. Ebbene sì, credo che per fare calcio ci vogliono i calciatori. Con tutto il rispetto per i ragazzi che ho in organico, ma servono diversi elementi che ci possano rendere competitivi. Bisogna mettere in condizione l’allenatore di lavorare con un gruppo di sedici calciatori di buon livello, a cui si vanno ad aggiungere gli under della juniores che sono fondamentali”. Senza peli sulla lingua, egli rincara la dose chiarisce quali sono i reparti che necessitano di innesti: “Basta arrivi o provini di giocatori che non possono essere utili alla causa. Debbono essere fatte scelte ponderate per migliorare il centrocampo e l’attacco, settori in cui ho scarsissime risorse. Basti pensare che oggi (ieri ndr) ho dovuto sacrificare Carfagno come esterno sinistro, poiché non ho nessun in quel ruolo. Al momento solo la difesa è completa, ed infatti non mi spiego come mai siano stati ingaggiati sette difensori. Tra cui l’ultimo arrivato Simonetti che ho inserito subito, meritando per qualità ed esperienza la sua partenza da titolare”.



Giudizi. Dopo aver avvertito lo staff societario delle carenze della rosa, Di Pierro fa riferimento a due episodi che lo hanno fatto innervosire durante la gara: “Non vorrei essere volgare ma, quando vedevo un under classe ’94 che camminava in mezzo al campo, le cosiddette p****e mi son girate al massimo. Non giustifico in alcuna maniera tale mancanza di stimoli, così come non giustifico il fatto che un giocatore possa perdere la testa. Costui è caduto nella trappola architettata dagli avversari ed ora ci mette in difficoltà per la prossima gara contro il San Severo”. Chiaro riferimento a Fabio Ferrara, nell’occasione del fallo a gioco fermo su Liotti, che gli ha provocato l’espulsione e conseguente secondo rigore a sfavore del Gladiator. Un episodio in particolare di una direzione arbitrale che egli desidera non giudicare: “Non credo sia giusto parlare dell’operato del direttore di gara. Sarebbe troppo facile gridare all’untore, ma non ne va della mia persona, poiché ritengo che l’arbitro abbia preso certe decisioni in quanto è stato indotto dal comportamento dei giocatori in campo. Poi è logico che nelle sfide tra squadre che lottano per obiettivi diversi, i direttori di gara aiutano le squadre da vertici ed affossano i club che lottano dal salvezza. Di questo ne son certo”.


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