Grazie ragazzi, avete onorato la nostra storia



L'abbraccio tra Downs e Cinciarini (Foto Filauro)
L’abbraccio tra Downs e Cinciarini (Foto Filauro)

E’ finita come era giusto che finisse. La Juvecaserta non meritava la retrocessione in A2. Così è stato in una serata che, tra qualche anno, ricorderemo. Una serata che avrà sempre un posto speciale nel cuore dei casertani. Ancora una volta capaci di andare oltre la sfiga e la forza degli avversari, i ragazzi di Sandrokan l’hanno vinta con merito. Dopo l’infortunio ad Hunt sembrava l’inizio della fine, invece c’è stato un eroico Johnson a difendere i cristalli e giocare da ‘vero casertano’. C’è stato un Siva formato Louisville che ha preso la squadra per mano e l’ha trascinata: ha umiliato gli avversari a suon di triple, assist e letture di un altro pianeta. C’è stato un Bobby Jones che, seppur autore di qualche errore di troppo, ha giocato con un cuore grande quanto la Reggia. C’è stato Hunt che, nonostante una gamba in meno, ha fatto vedere perché è tra i tre pivot migliori d’Italia. C’è stato Marco Giuri e qui le parole sono ampiamente terminate per descrivere questo giocatore clamoroso. C’è stato il Cincia che, nel primo tempo, era un corpo estraneo, ma poi ha fatto vedere tutta la sua classe con due bombe decisive. C’è stato Downs tra un errore ed una giocata da sballo, ma con una abnegazione difensiva da sottolineare. C’è stato Sandro Dell’Agnello. C’è stato Giacomo Baioni. C’è stato tutto lo staff. C’è stato il patron Iavazzi. C’è stato il pubblico. La nostra gloriosa storia ha scritto un’altra pagina: Caserta non è come le altre, poche chiacchiere.

I TIFOSI DELLA JUVE (FOTO FILAURO)
I TIFOSI DELLA JUVE (FOTO FILAURO)

BENVENUTI ALL’INFERNO. Siamo chiari sin da subito: ho visto dei Palamaggiò ben più carichi e cattivi ma quello di ieri sera scalda il cuore. Sono entrato intorno alle 19 perché volevo godermi tutto della serata e sono riuscito ad emozionarmi come non succedeva, ormai, da tempo immemore. Vedere gli occhi carichi di speranza e rabbia sportiva dei miei amici, mi ha fatto scendere un brivido costante. Ringrazio tutti per aver cantato anche per me, non sapete che fatica immane è restare silenziosi quando la squadra del tuo cuore si gioca tutto. Grazie a voi. In campo l’hanno vinta i giocatori, ma senza questo pubblico al proprio fianco non so come sarebbe andata a finire. Non me ne frega nulla se il biglietto ad 1 euro ha permesso questo show sugli spalti: chissenefrega, è stato bellissimo. E’ stato un inferno, è stata la Salonicco d’Italia, è stata Caserta.



Coach Dell'Agnello (Foto Filauro)
Coach Dell’Agnello (Foto Filauro)

IL MERITO DI SANDROKAN. E’ la sua vittoria, la sua salvezza, il suo trionfo… e se lo merita tutto. E’ riuscito in un’impresa, francamente, disperata. Non ha mai giocato col roster al completo, non ha mai fatto un allenamento con tutti gli effettivi, non ha mai allenato la squadra che aveva in mente. Tra mille peripezie è andato avanti insieme al suo encomiabile staff, ora gode per l’ennesimo miracolo sportivo che ha messo in piedi. Se lo merita tutto. Nessuno mi toglie dalla testa che, al completo, questa squadra sarebbe andata al grande ballo. Ma resta una mia idea. Sandrokan era un guerriero da giocatore, lo è da allenatore. Onore a te, fiero condottiero.

Giuri a fine gara (Foto Filauro)
Giuri a fine gara (Foto Filauro)

GIURI, CHE ESEMPIO. Mai come ieri, tutti meriterebbero una menzione speciale per quanto fatto in campo ma, se devo scegliere un solo nome, prendo il ragazzo di Brindisi: per la prima volta in A, per la prima volta davanti ad un simile proscenio, per la prima volta meritato protagonista tra i grandi del basket italiano. La favola di Marco Giuri è sintomatica di come, col cuore e gli attributi, nessun traguardo è precluso. E sono particolarmente felice che sia stato proprio lui a mettere i liberi della salvezza. Se lo meritava. Bravo Marco, sei un esempio.

Il patron Iavazzi (Foto Di Monda)
Il patron Iavazzi (Foto Di Monda)

LA VERITA’. Ora che la salvezza sul campo è stata conseguita, comincia la partita più difficile: l’iscrizione al prossimo campionato. Piaccia o meno, il patron Iavazzi ha permesso a tutti di vedere ancora il massimo campionato e, solo al comando, ci ha messo i ‘daner’. Lui, solo, ha salvato la nostra storia dal fallimento. Le sue parole a Rpr dopo la partita sono dettate, principalmente, dall’amarezza per gli striscioni avversi: ognuno ha il sacrosanto diritto di esprimere il proprio parere ma, almeno, bisogna essere intellettualmente onesti. Iavazzi può piacere o meno, ma senza di lui, ieri sera, probabilmente, stavamo vedendo Real Madrid-Manchester City, a casa, in ciabatte. Non eravamo a ‘casa nostra’, a vedere la nostra amata scrivere un’altra pagina della sua fantastica storia.


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