Dovrà attendere ancora una settimana, dovrà fare ancora una volta di necessità virtù, dovrà stringere i denti in panchina inventandosi e trovando il modo giusto per portare a casa la vittoria a Cremona senza Cameron Moore i cui tempi di recupero sono ormai abbastanza lunghi per poterlo aspettare, cosi come ha dichiarato il giemme Marco Atripaldi. Lo ha fatto a Siena e contro Sassari in due versioni diverse della sua Juve, ma coach Molin non si è mai scomposto né nella vittoria, né nella sconfitta e di sicuro non ha iniziato nel giorno che ufficialmente ha messo fuori uso il lungo statunitense che a breve tornerà negli States per un consulto personale con il medico di fiducia per poi provvedere al necessario intervento in artroscopia per rimettere a posto il menisco in primis e stabilire se alla lista degli infortuni bisogna anche aggiungere l’interessamento al legamento crociato anteriore. «Ovviamente abbiamo dato la possibilità a Cameron di organizzarsi e di andare negli States – ha commentato lo stesso timoniere bianconero Lele Molin nelle primissime battute della conferenza stampa del venerdì che ovviamente sono state dedicate alla questione infortunio e qyuindi al mercato – per ottenere un consulto con i medici di fiducia, vista la delicatezza dell’infortunio. E’ ovvio che sarà un’assenza che pesa, ma in questo momento bisogna anche pensare alla sua situazione e permettergli di scegliere come farsi curare». Un permesso che il giocatore dovrebbe, dunque, sfruttare in questi giorni, gli stessi che con ogni probabilità porteranno all’ombra della Reggia un nuovo giocatore da inserire nel puzzle. La speranza è quella di riuscire a trovare un sostituto quasi fotocopia di Moore e che possa quanto meno garantire quella che era la sua caratteristica principale: correre perfettamente il campo da una parte all’altra con una velocità non certo usuale per i lunghi, atletismo, gioco al di sopra del ferro e cosa più importante e messa in mostra specialmente nelle ultime giornate prima dell’infortunio, rimbalzi ed intimidazione difensiva. Tutte caratteristiche non facilmente cumulabili all’interno dello stesso giocatore nel mercato attuale, che a detta del General Manager Atripaldi ha anche tolto il dubbio sulla possibilità di agire a gettone o in maniera permanente, considerata la non tantissima scelta dovuta alle indicazioni della ricerca e la questione – altrettanto importante – monetaria e quindi di budget. Ed allora ecco che non si aspetterà di sapere se il ginocchio di Moore ha bisogno solo ed esclusivamente di un intervento al menisco oppure di un qualcosa di più lungo da cui riprendersi, ma si agirà immediatamente per mettere a disposizione di coach Molin un nuovo elemento ed una nuova freccia in faretra e da poter scoccare a partire dalla sfida casalinga contro Pistoia. Ma prima di arrivare a pensare a Pistoia, c’è l’incombenza Cremona, c’è l’incombenza di una trasferta che potrebbe permettere ai bianconeri di fare un ulteriore passo in avanti verso quel sogno chiamato Final Eight che si è paventato dopo le tre vittorie consecutive con Bologna, Varese e Siena.
«Prima di pensare alle Final Eight e quindi la possibilità di chiudere il girone di andata tra le prime otto – ha commentato Lele Molin nell’iniziare a presentare la sfida con la Vanoli – l’obiettivo ed il centro focale della nostra attenzione deve essere mettere due punti in classifica per il nostro obiettivo stagionale. Ovvio che l’odore di raggiungere un traguardo che fino a poco tempo fa era insperabile, ci stuzzica l’appetito, ma il primo pensiero è muovere la classifica incrementandola con due punti importanti contro una squadra che è alle nostre spalle, ma forse non meritatamente».
Quindi si aspetta una gara che potrebbe nascondere molte più insidie di quanto sulla carta la classifica possa dire?
«Cremona è una squadra al di sotto delle aspettative. Non hanno raccolto, forse, quanto meritavano e stanno provando a cambiare le cose. Hanno cambiato la guida tecnica, hanno cambiato ed aggiunto dei giocatori e di sicuro vorranno dare una sterzata a questa stagione provando a vincere una partita contro un’avversaria che secondo il pensiero collettivo non poteva rappresentare occasione migliore. Da parte nostra, invece, non possiamo permetterci di commettere l’errore di sottovalutare il valore di questa squadra e la sua posizione in classifica, visto che in casa hanno battuto Sassari e Cantù. Stiamo parlando, quindi di una squadra che quando fa scattare la molla è molto pericolosa. Noi ci presentiamo a Cremona con i nostri problemi, con un giocatore in meno, ma pronti a fare il nostro dovere lontano da casa cosi come abbiamo fatto a Siena. Non ci interessa giocare bene o male, quello che vogliamo è vincere».
Quale la chiave?
«La concentrazione. Guardando le partite mi sembra una squadra che con Pancotto ha trovato più ordine ed efficacia specialmente sugli esterni. Dobbiamo evitare di cadere in break negativi e provare a spingere nei loro momenti di difficoltà. La loro voglia di reagire sarà l’arma principale, ma noi non dobbiamo farci sorprendere».