Quello andato in archivio è stato un weekend ricco di elementi, ricco di parole e di accadimenti che andranno valutati e presi in considerazione in una settimana che potrebbe rappresentare una sorta di spartiacque per il futuro della Juve. Una settimana in cui i vari interventi di Iavazzi, Gervasio o Corvino sulla situazione economica del club bianconero e su quelle che potrebbero essere le possibilità e la strade da seguire per riavere il basket giocato a Pezza delle Noci, hanno attirato tutte le luci della ribalta di Terra di Lavoro. Il liet motive è stato sempre lo stesso, è stato quello degli appelli, della sottolineatura dell’importanza e del valore della Juve sul territorio casertano come una delle sue eccellenze principali. Liet motive al quale, però, non sono seguiti fatti o interventi di particolare fattura del punto di vista dell’importanza. Nessuno ha mosso un dito, nessuno si è fatto avanti, nessuno ha colto l’appello del presidente bianconero, del sindaco Pio Del Gaudio che ci ha messo la tavola rotonda, ma senza tanti risultati; all’appello di Gervasio in qualità di consigliere o di Corvino che insieme a Barbagallo sono stati gli unici due a sedersi alla tavola rotonda di cui si parlava in precedenza nell’appuntamento nella casa comunale del 17 maggio scorso. Gli unici due a rappresentare una piccola luce in fondo ad un tunnel che a conti fatti sembra essere ancora lungo e lontano dal presentare il classico striscione di arrivo. Gli unici due a raccogliere l’invito da parte della dirigenza juventina a trasformare il loro impegno con la Juvecaserta assunto nella stagione agonistica che si è conclusa con la sconfitta interna contro Reggio Emilia, ma che ha regalato emozioni a profusioni industriali portando il nome del basket casertano sulle pagine dei giornali e quelle dei media telematici nazionali e non. Un impegno, in partenza, rappresentato da una partecipazione come sponsor secondari, di seconda fascia e quindi per somme non ingenti. Ma l’ammontare non ha avuto nessuna importanza, quello che è importato è che nel momento del bisogno i due imprenditori abbiano risposto presente a quello che era l’sos lanciato dai piani alti di Pezza delle Noci. Di sicuro l’ammontare avrà ed ha già molta più importanza in questa stagione agonistica. Già perchè questa volta non si parla di sponsorizzazioni secondarie che finiscono sui tabelloni pubblicitari o magari al lato della canotta da gioco, ma si parla di partecipazione sociale, si parla di quote societarie e quindi di un passo in avanti notevole e sostanziale in termini di aiuti fattivi alla causa bianconera. Ammontare che alle prime indiscrezioni fatte trapelare su quanto appena descritto parlavano di un 10% a testa tra lo stesso Corvino e Barbagallo. Indiscrezioni che sono andate mutando giorno dopo giorno soprattutto per quanto riguarda l’amministratore unico della Gimam che ha voluto fare un passo ulteriore innalzando l’asticella della propria partecipazione passando addirittura al 15%. Una dimostrazione di attaccamento territoriale dell’imprenditoria alla Juve che lo stesso Corvino ha messo sotto accusa nelle proprie parole a Goldwebtv. Il tutto sottolineando come sono rari i casi i cui gli imprenditori locali e non, ma che operano sul territorio casertano, approfittino di Caserta per i loro affari senza mettersi al fianco di quella che è senza dubbio una delle eccellenza di Terra di Lavoro. Dichiarazioni forti e riassunte dall’idea di un futuro quasi inesistente da questo punto di vista, considerati i ‘due di picche’ o i silenzi arrivati come risposte ai vari appelli lanciati dal presidente Iavazzi. Lo stesso numero uno bianconero, ci ha messo la faccia e la passione prendendo nelle proprie mani il 51% delle quote, ma ponendo anche un ultimatum fondamentale per la sopravvivenza del club. Prima, infatti, il comunicato della società che ha reso noto a tutti di come il 27 maggio prossimo è stata già fissata un’assemblea straordinaria dalla quale deriverà il futuro della Juve, poi lo sfogo personale sul sito ufficiale della Juvecaserta. Uno sfogo che ha ripreso il filo conduttore di Pasquale Corvino di un giorno prima e sottolineando di come sia incomprensibile trovare partner economici e quindi sponsor o imprenditori disposti a partecipare anche in piccola parte in un qualcosa che ha portato il nome di Caserta a testa alta in giro per lo stivale. Di come sia incomprensibile il silenzio di fronte ad un bene comune anche se non mossi dalla sua stessa passione per la palla a spicchi. Incomprensibilità che ha portato il ‘boss’ di Pezza delle Noci a porre una deadline ben precisa, mettendo anche un punto alle richieste di aiuto ed appelli mediatici. La situazione bianconera è ormai nota a tutti, tutti ne conoscono le difficoltà e la composizione sociale in termini di quote e di persone che fattivamente operano ed opereranno al suo interno. Tutti sono stati avvertiti dell’importanza capitale della Juve per Caserta ed ora tocca a loro. Tocca a chi è stato inerme ad ascoltare muovere il primo passo ed anche in fretta. Il tutto, infatti, deve arrivare entro quel 27 maggio allo scadere del quale essenzialmente due saranno le strade da prendere: ricapitalizzazione e un futuro cestistico o messa in liquidazione della società e fine di un qualcosa che negli ultimi cinque anni aveva riconsegnato al Gotha del Basket casertano una delle sue ‘vecchie signore’ dopo anni di inferno e purgatorio all’interno delle serie minori. Insomma i fantasmi del passato sono di nuovo dietro la porta e pronti a ripresentarsi e molto probamente oggi come allora sarà colpa di chi non ha mosso un dito, colpa di chi non ha voluto sull’orlo del burrone, allungare la mano per un aiuto. Chi aveva promesso di fare il possibile per salvare il futuro della Juve, ha mantenuto le proprie promesse, ora tocca agli altri.








