Parlare di rose calcistiche, specie in contesti competitivi, non è mai semplice. Sono organismi un po’ mutevoli, ci si trova spesso a rincorrere l’equilibrio – quella sensazione che da un momento all’altro possa cambiare tutto. Manager e direttori sportivi, insomma, provano a destreggiarsi tra nomi già fatti e giovani che forse esploderanno – l’obiettivo? Sostenibilità, con budget che ballano sempre più spesso. Ogni slot libero o scelta dell’undici titolare può fare la differenza in una stagione intera.
Valutazione iniziale della rosa
Prima di tutto, valutare la rosa, magari anche passando i dati al setaccio con un minimo di freddezza, è considerato spesso il passo fondamentale. Staff tecnici – che di solito hanno una lista di parametri appesa da qualche parte, almeno nelle società più attente – guardano cose come rendimento offensivo, il modo in cui tiene la difesa, quei numeri sul minutaggio e lo storico degli infortuni (che tende sempre a sorprenderci, in un senso o nell’altro), senza dimenticare le condizioni più recenti.
In ruoli a rischio rotazione (non sono pochi eh, pensiamo ai portieri e agli esterni in particolare), la parola d’ordine pare essere dettaglio: basta poco per trovarsi scoperti nelle giornate storte. Nomi altisonanti? Non sempre danno ciò che promettono. Un dato di Pianeta Fanta suggerisce che addirittura un 35% dei cosiddetti top player varia di almeno 0,7 punti di media-voto da una stagione all’altra. Capire dove si è più deboli consente di non buttarsi a capofitto nelle aste pensando solo alla moda, ma piuttosto di puntare su chi si rivela utile davvero.
Gestione del budget e pianificazione delle risorse
Il budget, spesso, influenza parecchio la tenuta della rosa nel medio-lungo periodo; non ci piove. Quando la lega è piccola, si è tentati di puntare solo sui nomi pesanti. A quel punto, ogni slot online va pianificato per assicurare copertura e varietà nei reparti. Esistono tecniche – la “zero top” è una delle ricorrenti nelle guide video di Fantacalcio – che invitano a sacrificare i pezzi da novanta per aumentare la profondità della rosa, coprendo almeno cinque posizioni con titolari affidabili.
Stando a Forbes Italia, nella stagione 2020/2021, oltre il 40% dei club di Serie A ha ridotto i costi, scommettendo sui giovani o pescando internamente per passare indenni un periodo non facile sul piano economico. Usare i crediti virtuali con una certa parsimonia, e comunque distribuirli secondo le regole della lega, sembra il modo più pratico per non farsi trovare impreparati nelle fasi calde del mercato.
Strategia sugli infortuni e importanza della profondità
C’è da dire: una rosa che conti solo su titolari inamovibili in ogni ruolo suona bene, però i numeri – almeno ultimamente – suggeriscono più cautela. Basta pensare alle ultime stagioni, tra Covid, rotture, qualche turnover europeo. Anche nel Fantacalcio emerge un trend simile, ossia che non conviene puntare tutto su pochi: la profondità diventa garanzia di “coperta” nei momenti scomodi. C’è questa strategia – la chiamano “zero top” pure qui – che aiuta a bilanciare le perdite di qualche stella con titolari comunque affidabili.
Dare fiducia a nomi meno battuti può portare soddisfazioni inaspettate: pare che, nella scorsa annata di Fantacalcio, quasi il 28% dei giocatori presi a budget irrisorio abbiano fatto la differenza a sorpresa (a discapito di chi era fuori per infortunio). Insomma, aggiornare la rosa costantemente, tenere d’occhio le condizioni e – perché no – mettere in discussione le scelte “fisse” potrebbe essere il modo migliore per restare a galla fino all’ultimo.
Giovani, sostenibilità e scouting nei campionati reali
Se ci spostiamo sui club veri e propri, la questione dei giovani non è più opzionale. Si tratta, ormai, di un fattore ritenuto essenziale per garantirsi un futuro – e anche per tenere sotto controllo i costi della rosa. Secondo Forbes Italia, tra il 2019 e il 2021 la Serie A avrebbe registrato una diminuzione media del costo del lavoro del 17%, soprattutto grazie a un impiego più costante di ragazzi provenienti dal vivaio.
Squadre come Atalanta o Sassuolo, tanto per fare esempi quasi banali, hanno parecchio costruito sullo scouting e sulla valorizzazione di ragazzi a basso prezzo. Così, per un direttore sportivo, diventa quasi vitale perdere tempo tra Primavera e campionati minori, scavando magari in statistiche che paiono banali ma che possono spalancare opportunità. Il mercato – se vogliamo dirlo così – sembra spesso premiare chi ha occhi allenati più che chi possiede il portafoglio più corposo.
Gestione responsabile e sostenibile
Gestire una rosa, che si parli di Fantacalcio oppure di squadre reali, si porta sempre dietro una certa dose di responsabilità. Forse non si tratta solo di fortuna (anzi, raramente), ma di pianificare senza esagerare, di non tirare troppo la corda tra rischio e rendimento, restando nei limiti degli obblighi e righe del budget. Giocatori poco osservati possono sì trasformarsi in occasioni, però – a voler essere franchi – il rischio che la scommessa sia evitabile, con un po’ di studio in più, è più che concreto. Affrontare le sfide preparati, riservando all’improvvisazione proprio l’ultimo posto nella scala delle priorità, pare la via meno incerta per restare competitivi e mantenere la propria gestione su binari solidi, magari anche per più di una stagione.
