C’è qualcosa di unico nello sport quando il più debole abbatte il gigante. È il momento in cui i pronostici saltano, le quote impazziscono e i tifosi di tutto il mondo si innamorano dell’underdog, l’outsider capace di ribaltare ogni previsione.
Nel calcio e nelle scommesse, queste storie sono linfa vitale: ricordano che il pallone è imprevedibile, che non esiste algoritmo capace di catturare del tutto l’anima di una partita. La Serie A, ma anche il calcio europeo e mondiale, ci hanno regalato esempi indimenticabili di squadre e giocatori che hanno scritto la storia andando contro ogni logica.
Underdog nella storia della Serie A
Verona 1984/85: lo scudetto impossibile
Forse il più grande underdog della storia della Serie A. Il Verona di Osvaldo Bagnoli, con calciatori solidi ma lontani dalle stelle del tempo, riuscì a vincere il campionato davanti a giganti come Juventus, Milan e Inter.
Era una squadra costruita con intelligenza e spirito di gruppo, capace di sfruttare ogni debolezza degli avversari. Per gli scommettitori dell’epoca fu un vero shock: nessuno avrebbe mai puntato un soldo su quell’impresa.
Cagliari 1969/70: Gigi Riva e un’isola che sognava
Il Cagliari di Scopigno, guidato dal carisma e dai gol di Gigi Riva, conquistò uno scudetto leggendario. Una squadra di provincia che superò le corazzate del Nord, diventando simbolo di riscatto per tutta la Sardegna. Un underdog non solo sportivo, ma anche sociale.
Leicester? No, il Sassuolo di Di Francesco
Se all’estero si ricorda il Leicester di Ranieri, in Italia va citato il Sassuolo di Di Francesco che, con una squadra giovanissima, riuscì a qualificarsi in Europa League nel 2015/16. Non vinse lo scudetto, ma sovvertì gerarchie consolidate, battendo squadre più ricche e blasonate.
Underdog nelle coppe europee
Porto 2004: Mourinho contro il destino
Nessuno avrebbe mai immaginato che il Porto potesse vincere la Champions League. E invece José Mourinho costruì una macchina perfetta, capace di eliminare Manchester United e Monaco, e di alzare la coppa con un gruppo di giocatori che diventarono leggende.
Roma 2018: la notte del Barcellona
Il 3-0 dell’Olimpico contro il Barcellona resta uno dei momenti più iconici della storia recente della Champions. La Roma partiva spacciata dopo il 4-1 dell’andata. Nessun algoritmo dava speranza, e invece Dzeko, De Rossi e Manolas scrissero una pagina indimenticabile.
Atalanta e l’Europa che sogna
Pur senza aver ancora vinto un trofeo internazionale, l’Atalanta di Gasperini è già un underdog moderno: con un budget ridotto ha affrontato e spesso battuto squadre milionarie, diventando un modello in Europa.
Mondiali e Nazionali: quando Davide batte Golia
Grecia 2004: l’Europeo dei miracoli
L’Europeo vinto dalla Grecia di Otto Rehhagel è la quintessenza dell’underdog. Una squadra difensiva, compatta, quasi anonima, che eliminò Francia, Repubblica Ceca e vinse in finale contro il Portogallo padrone di casa. Per gli scommettitori fu il colpo più clamoroso della storia recente.
Italia 2006: da outsider a campione
Non partiva certo favorita, con lo scandalo Calciopoli che scuoteva il paese. Eppure l’Italia di Lippi seppe trasformare la crisi in forza, battendo Francia, Germania e diventando campione del mondo.
Corea del Sud 2002: la sorpresa e le polemiche
Il cammino della Corea del Sud fino alle semifinali del Mondiale fu un colpo di scena assoluto. Tra vittorie contestate e entusiasmo popolare, restano l’esempio di quanto lo sport possa ribaltare logiche e gerarchie.
Underdog e scommesse: il lato economico del miracolo
Ogni vittoria dell’underdog è un terremoto anche per il mondo delle scommesse online senza registrazione. Quote altissime che si materializzano, fortune improvvise per chi ha avuto il coraggio (o l’incoscienza) di crederci.
- La vittoria del Verona nel 1985 avrebbe pagato oltre 1:100 nelle quote di oggi.
- La Grecia campione d’Europa nel 2004 era data a 1:150.
- Il Leicester di Ranieri vinse la Premier League con una quota di partenza a 5000:1, la più alta mai pagata nella storia delle scommesse.
Gli underdog rappresentano l’essenza stessa del betting: il sogno di trasformare una puntata minima in una vittoria epocale.
Psicologia dell’underdog: perché ci affascina tanto
Gli outsider piacciono non solo per il colpo economico, ma perché incarnano valori universali:
- Speranza: se ce l’hanno fatta loro, tutto è possibile.
- Romanticismo: il calcio che premia il cuore e il sacrificio contro il potere dei soldi.
- Identificazione: i tifosi vedono negli underdog se stessi, il “piccolo” che sfida i grandi.
Per questo le vittorie degli outsider restano nella memoria collettiva più di tanti trionfi annunciati.
Gli underdog di domani: chi può sorprendere in Serie A?
Oggi, guardando alla Serie A, chi potrebbe essere il prossimo underdog?
- Torino: squadra solida, che con Juric potrebbe ambire a un piazzamento europeo.
- Bologna: con Thiago Motta ha mostrato calcio moderno e coraggioso.
- Frosinone o Lecce: difficilmente lotteranno per l’Europa, ma potrebbero salvarsi contro ogni previsione.
Ogni stagione porta con sé la possibilità di un ribaltamento: è la bellezza della Serie A e dello sport in generale.
Oltre i pronostici: il cuore del gioco
Gli underdog ci insegnano che il calcio non è solo questione di soldi, dati o algoritmi. È anche cuore, energia, imprevedibilità. Per gli scommettitori, queste storie sono un monito: i numeri aiutano, ma non eliminano mai la variabile sorpresa.
Alla fine, ciò che rende grande il pallone è proprio questo: la possibilità che, anche solo una volta, il più piccolo possa abbattere il più grande.








