Il rammarico di Maresca: “Volevamo vincere per i nostri tifosi”



Giuliano Maresca

«Dopo il suono della sirena, il primo pensiero è stato proprio quello del dispiacere dei tifosi». Questa la prima dichiarazione, queste le prime parole e sensazioni di Giuliano Maresca dopo la sconfitta di martedì sera ad Avellino. Una sconfitta che allunga di un anno ancora l’astinenza da successi in terra irpina per i bianconeri che arrivano a quattro stop in quattro scontri diretti dal ritorno nel Gotha del Basket italiano.
«Eravamo scesi in campo ad Avellino – continua l’esterno romano – per vincere per noi, ma soprattutto per i tanti tifosi che erano presente sugli spalti e che erano li pronti ad incitarci per provare ad eliminare l’etichetta di bestia nera sul file dedicato al derby. Purtroppo e’ andata male e siamo, quindi, doppiamente dispiaciuti per come e’ andata a finire».
Dove non ha funzionato il piano partita?
«Abbiamo preso un parziale devastante nei primi venti minuti di gioco e credo che il motivo sia tutto da addebitare al nostro modo di entrare in campo specialmente in difesa. Quando sbagli in questo modo su di un campo caldissimo e contro una squadra che ha giocatori che prendono fiducia canestro dopo canestro, le cose diventano difficilissime. Eppure siamo riusciti a tornare in partita, ad un solo possesso di distanza, ma poi è mancata la zampata finale».
Nello specifico cosa vi è mancato?
«Quando ti trovi a dover recuperare venti punti di svantaggio nel primo tempo, spendi energia sia mentali che fisiche. Quindi credo che la prima cosa sia stata la lucidità di piazzare l’ultimo assalto. Se poi a tutto questo ci aggiungiamo anche che sui due possessi in cui potevamo impattare, dall’altra parte Avellino ha piazzato due triple pesantissime, la ricetta diciamo è più che completa».
Nelle ultime due sfide, prendere un brutto parziale è stato il là per la vostra risposta. Come mai?
«Sinceramente è un qualcosa difficile da spiegare, ma che assolutamente dobbiamo evitare, dal momento che non possiamo ritrovarci sempre sotto nel punteggio per reagire».
Quanto vi è mancato Smith dopo il quinto fallo, ma soprattutto quanto vi è mancato Collins?
«Ovvio che Smith ci sia mancato tantissimo nel finale di partita, dal momento che sia lui che Fletcher stavano facendo un buonissimo lavoro sotto le plance di anticipo sui loro lunghi e poi si era appena acceso in attacco. Per quanto riguarda Collins, beh credo che forse la prima partita sotto tono gliela dovevamo. Fino a questo momento è sempre stato il nostro leader in campo e ci ha sempre trascinati fuori dai guai. Credo che sia solo una brutta giornata e non un qualcosa di preoccupante. Però non sono certo stati loro il problema, anche perché nonostante tutto eravamo arrivati ad un passo dal rimetterla in piedi».
Quella di Avellino è una sconfitta che vi ridimensiona dal punto di vista della fiducia?
«Assolutamente no. Avellino è un’ottima squadra ed un campo difficile sui cui vincere. Certo era una partita importante per continuare a coltivare il sogno delle Final Eight, ma soprattutto una sconfitta che dobbiamo metterci alle spalle e pensare a Bologna».
Passando proprio alla pratica Virtus, cosa vi portate dalla sconfitta con la Sidigas per provare a recuperare terreno contro le ‘Vu Nere’?

«Ci portiamo la consapevolezza che la concentrazione è l’arma più importante che abbiamo. Non possiamo scendere in campo con la stessa idea che abbiamo avuto nelle ultime due partite. Certo poi in alcune occasioni, come quella di Teramo, puoi anche vincere riuscendo a ribaltare il tutto, ma poi può anche andare male come contro Avellino. Quindi quello che dobbiamo fare è cambiare il nostro atteggiamento sin dal primo secondo di gioco, specialmente in difesa».



Cosa ti preoccupa principalmente della Virtus?

«Il gruppo. Nelle ultime uscite ha dimostrato di essere una squadra che non ha quel super talento assoluto, ma che insieme può vincere partite importanti. Se proprio dovessi fare una analisi, credo, però, che una grossa mano nelle ultime uscite l’ha data Angelo Gigli, che ha disputato due buonissime partite».


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