Altro che Fiorello show, all’ombra della Reggia il boom di ascolti è stato fatto dall’intervista (stile bulgaro) dell’ex presidente Rosario Caputo. Una dichiarazione pubblica che ha scombussolato, ulteriormente, la mente dei tifosi bianconeri e gettato un’ulteriore ombra sull’andamento della crisi finanziaria del club di Pezza delle Noci. Caputo ha sempre avuto il dono di non rilasciare mai interviste banali, l’ultima sicuramente entra nella galleria di quelle maggiormente ‘pesanti’. Le sue parole, il suo snocciolare dati e numeri, cifre, ha spaccato in due l’opinione pubblica: i ‘pretoriani caputiani’ continuano ad essere al suo fianco, in molti sembrano avergli voltato le spalle. Le sue sferzanti parole hanno colpito: non le ha mandate a dire ma, a nostro avviso, ha commesso errori. Decisamente fuori luogo e privo di senso il duplice attacco rifilato al presidente Gervasio ed al coach/giemme Pino Sacripanti. Il primo sta cercando, senza tanti mezzi economici ma con grande passione, di tenere in piedi la baracca nonostante abbia il ‘cerino in mano’, il secondo sta vincendo partite su partite, sovvertendo i pronostici con un nucleo di giocatori costato un ‘pugno di dollari’. Ma poi, sinceramente, per quale motivo Sacripanti non ha diritto di parlare della situazione economica del club? Ne ha tutte le ragioni del mondo anche, e solo, per due semplici motivi: è il coach della squadra e se la squadra non sta bene ‘mentalmente’ (vuoi o non vuoi le voci sui problemi finanziari arrivano a tutti) ne risente il gioco. Secondo: essendo il giemme, essendo colui che ha costruito il roster ha pieno accesso ai libri contabili della franchigia quindi parla non per sentito dire ma per esperienza diretta. Visto da fuori, appare evidente a tutti che Caputo non ha gradito, per niente, le esternazioni fatte da Sacripanti, in diretta nazionale su La7, dopo il successo con Roma. Ma, sinceramente, cosa avrebbe detto di anormale? L’ha detto prima di lui Gervasio, lo stanno ripetendo tutti, è semplicemente ‘parlare chiaro’. Insomma, in tutto questo marasma il ‘muro contro muro’ che è stato alzato non porta beneficio a nessuno. Nè ai diretti interessati nè, cosa decisamente importante, al futuro, anzi al presente, di una Juve in balia delle onde.