L’ultima volta che la Casertana e il Savoia si affrontarono al Pinto non fu una gara normale. Quel 30 maggio di undici anni fa resterà nelle mente di tutti i tifosi presenti sugli spalti. Già all’andata i sostenitori ospiti furono presi di mira dagli oplontini a fine gara con un fitto lancio di pietre sotto una pioggia battente. Il gol di Nunzio Majella non dava garanzie sufficienti per accedere alla finale e il Savoia la settimana successiva si sarebbe dovuto presentare in Via Medaglie d’Oro con un atteggiamento affatto difensivo. Circa 500 sostenitori bianconeri seguirono la squadra a Caserta e a poco meno di un’ora dal fischio d’inizio scoppiò l’inferno. Due supporter ospiti scavalcarono accedendo al rettangolo di gioco. Gli addetti alla sicurezza cerarono di fermarli, ma quando arrivò il portiere Vitiello per mettere ordine fu l’inizio della fine. Rissa sulla pista di atletica con l’estremo difensore e il massaggiatore biancoscudati ricoverati in ospedale per la frattura del setto nasale. Le due tifoserie non vennero a contatto solo per il provvidenziale intervento delle forze dell’ordine che in assetto antisommossa riuscirono ad arginare i più facinorosi. L’arbitro Ballo di Trapani con oltre mezz’ora di ritardo decise, su suggerimento dei vertici federali e forze dell’ordine, di far giocare la partita pro-forma per motivi di ordine pubblico. Oltre 6000 persone in un clima di guerriglia e assolutamente surreale. Aruta illuse il Savoia al 39′ scatenando la rimonta avversaria nella ripresa. Sannazzaro, Suarez e un magistrale contropiede di Piemonte chiusero i giochi. La Casertana volò in finale playoff, ma solo per qualche ora. Il lunedì la sentenza del giudice sportivo: sconfitta per entrambe 0-3 a tavolino, 4 turni di stop al ‘Giraud’ e ben sei al Pinto. Si passò dalla grande impresa alla disperazione più totale e per la Casertana si aprì il baratro.
