Il Gladiator giocherà le proprie partite interne di sabato pomeriggio. Dopo una riunione tenutasi tra i vertici dirigenziali del club neroazzurro, la società sammaritana ha deciso di chiedere la variazione definitiva del giorno di disputa della gara al Comitato Regionale Campano. Inizialmente infatti il club aveva chiesto di giocare la domenica pomeriggio. Fu questa una decisione dell’ex presidente Massimo Savoia, sottoscritta al momento di presentare la domanda d’iscrizione al campionato di Eccellenza. Poi la rivoluzione societaria e l’insediamento sulla poltrona di presidente da parte di Ciro Ongari ha stravolto la realtà precedente ed è cambiata la linea societaria anche in merito a questo argomento. Si giocherà in orario federale, quindi fino a sabato 13 settembre si giocherà alle 16.00. Da questa domenica 14 settembre, invece, si passa alle 15.30, orario che vigerà fino a sabato 26 ottobre quando, in seguito al ritorno dell’ora solare, si sposterà il fischio d’inizio alle 14.30. Dal 1° febbraio si passa alle 15.00, dal 29 marzo alle 16.00 e dal 26 aprile alle 16.30.
La polemica. Ragion per cui la sfida casalinga contro il Quarto, in programma sabato (non più domenica) al “Mario Piccirillo”, si svolgerà alle 16.00. Per l’ufficialità, comunque, bisogna aspettare il comunicato del Comitato Regionale della Campania che, di consuetudine, viene pubblicato il giovedì pomeriggio. Già da qualche giorno si vociferava di questa variazione ma è stata confermata dalla dirigenza neroazzurra ai tifosi che non l’hanno presa benissimo. Diversi dei sostenitori più accaniti, che quotidianamente assistono alle sedute di allenamento, sono scontenti poiché il sabato è un giorno lavorativo. Questo obbligherà tanti tifosi a non poter sostenere la propria squadra nelle gare interne. Dunque il numero dei tifosi, già non invidiabile, potrebbe diminuire ancor di più e, se contiamo anche l’assenza per protesta del gruppo ultras “Brigata Spartaco”, si rischia veramente di scendere ad un calcolo esiguo. Un affronto che una gloriosa società come il Gladiator, nell’anno del suo novantennio, non merita.
