Massimo Savoia a 360° su tutti gli argomenti caldi del Gladiator



Il nuovo commissario straordinario Massimo Savoia
Il nuovo commissario straordinario Massimo Savoia

La celerità che Massimo Savoia mette nel suo lavoro si oppone agli interminabili lassi di tempo che hanno accompagnato la storia del Gladiator negli ultimi dodici mesi. Da appena cinque giorni commissario straordinario del club sammaritano, l’esperto di burocrazia sportiva non ha perso tempo ed ha iniziato a lavorare su una serie di argomenti che egli stesso, interpellato in esclusiva dal nostro sito, spiega: “L’iter procedurale amministrativo è stato completato con il deposito della firma sia all’Agenzia delle Entrate che in Banca. Ha fatto seguito la rappresentanza legale quale commissario straordinario in perfetta regola, e la richiesta autorizzazione all’uso della struttura sportiva “Mario Piccirillo” già presentata per la disputa del campionato nazionale di Serie D e juniores nazionale in caso di ripescaggio, o regolare partecipazione al, purtroppo, campionato regionale di Eccellenza stagione sportiva 2014-2015, campionato di competenza dopo la cocente delusione della retrocessione”.

Il cambio di sede e denominazione sociale. Il nuovo numero uno del team neroazzurro, traghettatore di una società che dovrebbe essere costituita a breve, non scherza ed elenca i prossimi impegni in agenda: “Ci si è subito preoccupati nel rimboccarsi le maniche e dare una svolta alla realtà sammaritana. Una società che cambierà denominazione in quella che è e dovrà essere solo “Gladiator 1924”, con avvicinamento della sede sociale in Comune  (Maddaloni) confinante a quello di San Felice a Cancello, nel rispetto di quanto dettato dall’articolo 18, comma 5, delle N.O.I.F. Con questo non si tralascerà quella che è una spada di Damocle sul collo del Gladiator e cioè il pieno impegno nel far sì che quanto dovuto in termini di spettanze economiche ai calciatori, alle vertenze ed alla FIGC, verrà esaudito”.



Non si dimentica. Protagonista di una stagione travagliata, Savoia non dimentica chi ha dato una mano: “Si ringraziano moltissimo la DHI, il Comune ed altri sponsor che hanno perorato la causa Gladiator per la stagione sportiva 2013-2014 e siamo sicuri che non verranno meno agli accordi legalizzati, presi ad inizio stagione sportiva, onde portare a completamento, anche se i tempi si sono allungati, gli impegni presi e regolarmente ricambiati o da ricambiare dal punto di vista fiscale”.

L’ingresso. Dal passato al presente, ora è il tempo di agire: “Le prospettive future sono più che buone anche grazie ai buoni uffici di Massimo Lombardi, uomo di ventennale esperienza calcistica regionale e nazionale, fresco di corso di direttore sportivo e conoscitore di tanti svariati calciatori di buon livello tecnico, mio amico decennale, col quale si è creato un braccio di ferro per riportare il Gladiator ai fasti di un tempo e prossimo ad entrare nel cast dirigenziale della società”.

La spinta. Savoia spiega cosa lo ha spinto ad impelagarsi in una situazione così pericolosa: “Una città di rilevanza nazionale con una demografia abitativa di oltre 35.000 abitanti. Un Anfiteatro romano che parla da solo riempiendo libri di storia con gesta esaltanti, formatisi all’ombra di Santa Maria Capua Vetere. Un Foro giudiziario di rilevanza altrettanto nazionale. Chi non conosce in Italia o chi non ha mai sentito parlare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere? Allora, dal punto di vista sportivo, come non può essere normale pensare, ma la squadra di calcio più rappresentativa della città di Santa Maria Capua Vetere in quale categoria milita? La risposta non può che essere scoraggiante: in Eccellenza, o qualche annata fa in Promozione. Una città così importante e così estesa nel numero di abitanti perché non debba essere accostata a quelle realtà, che anche più piccole, militano in categorie professionistiche, come Cittadella, Albinoleffe, Carpi e chi più ne ha più ne metta?”.

L’appello. Infine il nuovo commissario straordinario fa un appello: “Attenzione che non si pensi ad interessi personali di chi sa che cosa, è solo che fa male pensare ciò che potrebbe significare per la città l’affluenza di spettatori ospiti di squadre professionistiche di un certo rilievo. Questo può significare anche un accorato appello per chi, appassionato di calcio, voglia abbracciare un progetto impostato sulla professionalità e sul raggiungimento di più alti traguardi consoni alla città”.


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