Un urlo lungo ventuno anni. Una gioia attesa da quel 31 maggio 1993 quando il Giarre passò sulle macerie della Casertana nell’ultima giornata di quella C1 che in città era diventato solo un ricordo sbiadito. Era la Casertana di Cuccaro, tradito, qualche settimana dopo, dall’imprenditoria locale. Una parabola discendente, un calvario inesorabile. La serie D sembrava il punto più basso e invece il falco ha dovuto sopportare addirittura due campionati di Eccellenza. Nel mezzo una fugace apparizione in C2 tanto per tenere in piedi la fiammella della speranza. Inimmaginabile la festa di oggi fino a qualche anno fa. Caserta è tornata, il rosso e il blù splende nuovamente nel calcio che conta. Forse ancora più luminoso perché l’orizzonte è limpido. Idee chiare e tanta voglia di vincere. Quella voglia che i tifosi non hanno mai perso. Non hanno mai tradito quei colori neppure quando il 22 marzo 2009 a Casapesenna (si proprio a Casapesenna) arrivò la promozione matematica in serie D. In meno di vent’anni si è passati da Bologna, Lecce, Pisa e Udine ai campetti polverosi di periferia. E loro, gli ‘aficionados’ ci sono sempre stati. Oggi il futuro è ancora più rossoblù grazie ad una società solida che vuole continuare a scalare posizioni. Vuole riacquistare quel credito che la Casertana merita. L’applauso è per il pubblico, per la città che quest’anno si è stretta intorno alla squadra anche quando le cose non andavano nel migliore dei modi. Ma la standing ovation è per il presidente Lombardi, i suoi soci, i dirigenti e per Nicola Pannone, il deus ex machina’ di un progetto vincente e duraturo. Era tornato a Caserta per vincere. In un anno ha ottenuto quello che prima di lui nessun direttore era riuscito a raggiungere: doppia promozione e il suo nome a vita nella storia della Casertana. Uniti si vince e questa è la vittoria più bella. Venti anni e dieci mesi dopo si torna al punto di partenza: Semplicemente grazie.
