Due stagioni a Siracusa (non consecutive), tre a Caserta con una promozione in B. Pino Cristiano vedrà da casa la sfida di domenica al Pinto e i ricordi non mancheranno. In diretta a Radio Caserta Tv nel corso del programma Alè Casertana, l’ex centrocampista ha parlato di passato e presente.
Partendo da Caserta perché con quella maglia hai riscritto la storia rossoblù.
“A Caserta furono tre anni incredibili. Quello di Caramanno quando giocavamo a memoria e vincemmo dieci partite consecutive ad inizio del girone di ritorno. Facemmo una rimonta pazzesca e per poco non riuscimmo a salire in B pur partendo con due punti di penalizzazione. Mi feci conoscere e apprezzare sia in campo che fuori. Poi l’anno dopo cambiammo subito allenatore con Lombardi al posto di Russo ma le cose non andarono subito bene. Iniziammo a carburare da fine girone di andata e non ci fermammo più. Anche quell’anno ebbi un rendimento altissimo, giocai praticamente sempre e ricordo quell’affetto, quel calore delle persone. Ogni sera una festa dopo la promozione in B. Mi vengono ancora i brividi”.
Un’annata d’oro culminata anche con lo scudetto della Phonola.
“Si instaurò un rapporto incredibile con i giocatori della Juvecaserta. Andavamo a mangiare insieme, a volte venivano a vedere gli allenamenti. Poi quando stavamo vincendo il campionato e loro erano nei playoff vennero a fare il tifo per noi. Fu una sorta di gemellaggio automatico. Tempi e ricordi indimenticabili. Peccato solo per la retrocessione e non la meritavamo affatto. Durante l’anno ci furono un po’ di problemi, ma non perdemmo mai di vista l’obiettivo. Aveva una squadra forte davvero e infatti l’anno dopo chi andò in A chi vinse il campionato di B. Fu un brutto epilogo, tanta amarezza anche perché a livello personale dovetti combattere con la pubalgia. All’epoca non c’erano le cure che ci sono oggi e perciò fu un percorso molto lento. Giocai poco pur restando sempre vicino al gruppo. Probabilmente la peggiore a livello personale”.
A Siracusa invece nell’86 fu un trampolino di lancio.
“Un’annata incredibile: arrivai da Reggio Calabria dopo aver conquistato la promozione in C1 con la Reggina e pensai di poter continuare a giocare in quella categoria. In realtà le cose andarono diversamente e mi cedettero al Siracusa. Feci una doppia preparazione, prima con la Reggina e poi con gli aretusei. Alla fine giocai tutte le partite… Mi volevano bene e fu una grande stagione personale. Ci fu un cambio tecnico e iniziai a giocare anche a centrocampo. E fu uno spostamento che mi consentì di continuare a giocare negli anni successivi in un doppio ruolo. Poi tornai nel ’92-’93 ma ero a fine carriera. Retrocedemmo al termine di un campionato difficile. Nel finale di stagione sfidai proprio la Casertana e scendere in campo da avversario su quel terreno di gioco mi fece un effetto strano”.
Domenica come finirà?
“Ma sarà una gara particolare perché la Casertana è lanciata dopo il successo di Picerno. Il Siracusa ha bisogno di punti e so che ci sono un po’ di problemi societari e tecnici. Partono favoriti i rossoblù ma non è scontata la vittoria. Però senza nulla togliere al Siracusa tifo Casertana perché lì ci ho lasciato il cuore”.








