«Le partite non sono mai semplici», esordisce tecnico del Cosenza in sala stampa. La sua squadra ha offerto una prova convincente e, a suo dire, una vittoria non sarebbe stata immeritata. Decisivo l’episodio del tiro-cross di Kallon, favorito dal vento, che ha indirizzato l’incontro.
Un blackout di cinque minuti ha fatto scattare un inspiegabile nervosismo, ma il gruppo è riuscito a rimanere dentro la gara. «Peccato per l’occasione capitata a Cannavò – sottolinea – sarebbe potuta essere la svolta». Non manca il riconoscimento agli avversari: «Complimenti alla Casertana, stanno lavorando molto bene. Kallon è un giocatore che può spaccare le partite».
Nella ripresa, la squadra è riuscita a prendere le misure, pur restando consapevole delle difficoltà: «Non amo fare proclami, ma sappiamo che i nostri titolari hanno qualità. Il problema è che dopo la retrocessione qualcuno voleva andar via. Ora bisogna lavorare per far crescere chi non è ancora pronto».
Il tecnico evidenzia la solidità del gruppo ma chiede ulteriori passi avanti: «Abbiamo una buona base, ma per alzare l’asticella serve qualcosa in più e bisogna seguire un percorso preciso».
Un passaggio anche sul proprio percorso professionale: «Coppitelli aveva già fatto esperienze tra i grandi, poi è tornato nei giovani per arricchirsi ulteriormente. Io ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile dell’Empoli e da tre anni sono nei professionisti. L’anno scorso a Rimini ho svolto un grande lavoro, oggi sono in una piazza esigente: fa parte del mestiere».
Chiusura dedicata al rapporto con l’ambiente: «Il confronto deve essere sempre trasparente. La città è vicina alla squadra, ma serve che il gruppo resti concentrato e si distacchi da ciò che succede fuori dal campo».








