Un talento come pochi, una carriera costellata da stagioni indimenticabili, ma anche scelte veramente discutibili. Un calciatore che ha sempre dato del tu al pallone, suo inseparabile amico. L’arresto di Gaetano Poziello per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale è stato un colpo al cuore di tutti gli amanti del calcio. Con lui in campo hanno sognato decine di squadre e migliaia di tifosi. A cominciare dal popolo marcianisano che si aggrappò a lui per la scalata dalla D alla C1. Oltre cinquanta gol in sei stagioni, numeri da fromboliere e giocate da stropicciarsi gli occhi. Una parentesi a Barletta in C1 poi la Casertana nel ’95 nell’anno della promozione in C2.
Albanova e dopo un infortunio Narnese, Campobasso, Bojano, Latina, ancora Marcianise prima del grande salto. Salernitana in B con Zeman allenatore. Un diverbio col boemo lo mise fuorigioco e andò a Santa Maria col Gladiator in C2. Otto gol e poi ripartenza da Isernia, Benevento prima di tornare nella sua Marcianise. Divenne il re grazie al ds Pasquariello e al presidente Bizzarro. Ogni volta che toccava palla era uno spettacolo. Nell’ultimo anno di C1 con i gialloverdi fu decisivo segnando sei reti. Nel girone di ritorno ne mise tre nelle ultime quattro gare battendo da solo Verona, Ternana e l’exploit in casa della Spal. Real salvo ma calcio marcianisano finito. Avrebbe potuto giocare per anni a grandi livelli in serie B e invece qualcosa non è scattato. Non si è saputo gestire e dopo aver chiuso con il professionismo ha vivacchiato nei campionati minori per poi smettere qualche anno fa. Ha lasciato il segno ovunque ha giocato. Tecnica sopraffina e dribbling ubriacante, ma l’ultimo, quello che lo avrebbe dovuto portare lontano dai guai, non gli è riuscito.
Un talento come pochi, una carriera costellata da stagioni indimenticabili, ma anche scelte veramente discutibili. Un calciatore che ha sempre dato del tu al pallone, suo inseparabile amico. L’arresto di Gaetano Poziello per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale è stato un colpo al cuore di tutti gli amanti del calcio. Con lui in campo hanno sognato decine di squadre e migliaia di tifosi. A cominciare dal popolo marcianisano che si aggrappò a lui per la scalata dalla D alla C1. Oltre cinquanta gol in sei stagioni, numeri da fromboliere e giocate da stropicciarsi gli occhi. Una parentesi a Barletta in C1 poi la Casertana nel ’95 nell’anno della promozione in C2.
Albanova e dopo un infortunio Narnese, Campobasso, Bojano, Latina, ancora Marcianise prima del grande salto. Salernitana in B con Zeman allenatore. Un diverbio col boemo lo mise fuorigioco e andò a Santa Maria col Gladiator in C2. Otto gol e poi ripartenza da Isernia, Benevento prima di tornare nella sua Marcianise. Divenne il re grazie al ds Pasquariello e al presidente Bizzarro. Ogni volta che toccava palla era uno spettacolo. Nell’ultimo anno di C1 con i gialloverdi fu decisivo segnando sei reti. Nel girone di ritorno ne mise tre nelle ultime quattro gare battendo da solo Verona, Ternana e l’exploit in casa della Spal. Real salvo ma calcio marcianisano finito. Avrebbe potuto giocare per anni a grandi livelli in serie B e invece qualcosa non è scattato. Non si è saputo gestire e dopo aver chiuso con il professionismo ha vivacchiato nei campionati minori per poi smettere qualche anno fa. Ha lasciato il segno ovunque ha giocato. Tecnica sopraffina e dribbling ubriacante, ma l’ultimo, quello che lo avrebbe dovuto portare lontano dai guai, non gli è riuscito.
