«Abbiamo perso con merito e non ci resta che fare i complimenti a Pesaro per la vittoria». Senza giri di parole o tentativi di giustificare la sconfitta. Cosi Pino Sacripanti ha voluto mettere le cose in chiaro dopo il passo falso casalingo contro la Scavolini che con i due punti in trasferta allunga il passo nei confronti di Biella che oltre il doppio scontro diretto a sfavore con i marchigiani è lontana anche quattro punti. Una sconfitta che dall’altra parte di campo, quella bianconera, pesa soprattutto per quelle che potevano essere le velleità di guardare avanti in classifica, nelle velleità di post season, considerando che ancora una volta la ‘Dea Bendata’ aveva teso la mano ai casertani in nome e per conto della Sidigas di Avellino che battendo Brindisi poteva spianare la strada alla Juve verso Venezia e quindi quell’ottavo posto che sarebbe stato lontano solo due punti. Ed invece dopo la vittoria contro la Montepaschi i bianconeri fanno il classico passo del gambero lasciando sul legno di casa la possibilità di calare il bis e di iniziare a sognare in maniera ancora più forte la possibilità del colpaccio e di stupire il mondo cestistico tricolore.
«Una gara decisa – ha continuato lo stesso Sacripanti nell’immediato dopo partita contro i marchigiani – dalla loro percentuale da tre punti e quindi dal 46% dalla distanza, e dalla maggiore reattività che la Scavolini ha spalmato su tutti i quaranta minuti di gioco. Maggiore reattività che ha portato una squadra che spesso ha giocato con cinque piccoli, cosi come i quattro piccoli ed un solo lungo come Crosariol era la normalità, a conquistare ben 10 rimbalzi d’attacco. E’ nella nostra metà campo che Pesaro è sembrata essere molto più frizzante nell’eseguire il loro piano partita: saltarci 1vs1 e scaricare sul perimetro per trovare i tiratori libero dal difensore in aiuto o nell’attacco attraverso quel pick and roll dal quale arrivava sempre un tiro dalla distanza».
Quindi tutto merito dell’attacco o anche qualche piccolo demerito anche della difesa?
«In queste ultime settimana quello che producevamo nella nostra metà campo è sempre stato il nostro punto di forza oltre che marchio di fabbrica. Purtroppo questa volta non siamo riusciti ad imporci come nelle altre volte scendendo in campo un po’ molli e questo ha pagato contro una squadra che ha mostrato di avere molto più fuoco in corpo. Detto questo però, va anche sottolineato come la Scavolini ha anche avuto la fortuna di trovare canestri pesanti con continuità, mentre noi siamo incappati in una serata dove in attacco abbiamo sbagliato tanti tiri aperti e piedi per terra e tante volte anche dei layup che potevano cambiare l’inerzia della partita. Abbiamo pagato la serata storta di alcuni dei nostri giocatori, cosi come la partita sotto tono di Akindele. Questa sottolineatura non è certo per puntare il dito nei confronti di un solo giocatore, ma per dimostrare come lui per noi sia un giocatore fondamentale sia in attacco dove dalle sue mani si sviluppa gioco che in difesa dove la sua intimidazione ci permette di recuperare palloni importanti».
Quindi a conti fatti un piccolo passo falso su ambo i lati del campo…
«Abbiamo giocato male come attenzione sia da un lato che dall’altro. Siamo arrivati troppo soft ad una prova di maturità importante e giocando una partita al di sotto di quella che è la nostra soglia per portare a casa i punti. Sappiamo e siamo consapevoli che per vincere dobbiamo scendere in campo il 110%, contro Pesaro purtroppo abbiamo dato meno di questa soglia e quindi abbiamo meritato di perdere. La vittoria di Siena ne è stata la dimostrazione, quando siamo in grado di spingere al massimo tutti assieme con ognuno dei giocatori che apporta il proprio mattoncino alla causa, siamo capaci di compiere imprese e di giocarcela contro chiunque. Se vengono a mancare delle pedine dobbiamo tutti fare uno sforzo e con una squadra come la nostra diventa difficile».
