E’ stato il primo a parlare, è stato il primo a prendere in mano la situazione e spiegare quello che stava ed era accaduto nei giorni scorsi. Il primo a fare ringrazi menti al nuovo che avanza, ma anche a voler sottolineare che il passato non si dimentica. Dopo due anni di appelli e di richieste di aiuto, finalmente Francesco Gervasio può vivere con serenità il proprio momento di svolta, anche se questo vuol dire essere fuori dalla proprietà, non essere più il presidente della Juve, ma della quale resta uno degli elementi del Consiglio di Amministrazione. «Prima di entrare nel merito della questione e spiegare tutto quanto è accaduto in questi giorni – ha commentato Francesco Gervasio – vorrei principalmente fare dei ringrazi menti. Il primo della lista se mi è concesso lo faccio a me stesso. Credo che nonostante tutto i sacrifici che personalmente ho fatto in questi anni per la Juve siano stati un passo importante per arrivare a quanto accaduto oggi. Sacrifici che insieme a Iavazzi abbiamo sostenuto per tenere a galla questa società ed il basket a Caserta. Quindi senza voler fare auto celebrazione, un complimento penso di meritarlo. Detto questo vorrei ringraziare chi, come ho avuto modo di anticipare, con me in questo periodo ha fatto degli sforzi enormi e mi ha sempre sostenuto e supportato non solo dal punto economico come Iavazzi, ma anche morale come per esempio Salvatore D’Angelo o Antimo Lubrano. Persone che mi sono state vicine anche quando ho trascorso dei momenti di sconforto e che abbiamo superato per il bene della Juve. Un grazie anche al presidente della Provincia Domenico Zinzi che prima di Galimberti, ci aveva messo in contatto con Seri anche se poi non se ne è fatto nulla. Poi grazie a Pino è arrivata questa opportunità e credo che la prima cosa da sottolineare è che se Gianluca Galimberti è qui oggi i nostri bilanci non erano poi messi cosi male. Per quanto mi riguarda spero che possa rimanere all’interno della società e dare una mano. Per me è stato un onore essere stato il presidente della Juvecaserta. Un onore che porterò con me per sempre».
