Zeoli e le origini della fama del “pararigori” di Mondragone: una dote scovata dai D’Anna e divenuta preziosa per il Gladiator



Emilio Zeoli del Gladiator (foto Michele Grassi)
Emilio Zeoli del Gladiator (foto Michele Grassi)

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Se il Gladiator ha espugnato il “Bisceglia” di Aversa, una buona parte del merito va ritagliata per Emilio Zeoli. Il portiere classe ’97 ha neutralizzato il rigore di Marzano all’86° ed ha abbassato definitivamente la saracinesca, negando all’Aversa Normanna il pari. L’apice dell’esperienza neroazzurra del pipelet di Mondragone è stato raggiunto in quello che è il suo campo prediletto, infatti da sempre parare rigori è stato un diletto più che un dovere.

GLI ALBORI. Sin dalla scuola calcio con il San Pio Mondragone, di cui il padre Luigi era presidente, amava cimentarsi nel respingere i tanti rigori che i compagni di squadra provavano in allenamento. Sulla costa domiziana si parla di questo portierino molto agile ma dalla statura di quasi due metri, che è uno specialista nell’ipnotizzare gli attaccanti avversari, così dopo una toccata e fuga con l’Internapoli, si aprono le porte del professionismo. Il Fondi, allora in Serie C2, lo prelevò, incaricandolo del ruolo di estremo difensore degli Allievi Nazionali. Ed è lì che la nomea di “pararigori” prende il sopravvento, con sei rigori parati su sei. Una bravura tra i pali che, supportata da questa dote, gli regalò il salto nella Berretti ed anche diversi allenamenti con la prima squadra.



L’OCCASIONE. Nella stagione 2013-2014, il Fondi lo individua come secondo portiere sotto età del Fondi in Serie D ed Emilio compie una presenza contro la Sassari Torres. All’improvviso l’esperienza laziale si interruppe, cosicché scese in Eccellenza a Quarto e poi, a dicembre, addirittura a Formia in Promozione, giocando da titolare tutto il girone di ritorno e sfiorando la promozione nella finale play-off. A concedere la nuova grande chance al pipelet mondragonee ci pensa il direttore Salvatore Bruno D’Anna che, innamoratosi di lui già qualche anno prima in una partita tra la juniores del Progreditur Marcianise ed il San Pio Mondragone (quando tra l’altro parò un rigore), lo scrittura per la rosa della prima squadra nell’Interregionale.

LA NOMEA. Nella stagione 2015-2016 lui si gioca il posto costantemente con Mario Barone ed alla fine colleziona 27 presenze agli ordini di Rosario Campana e sotto gli insegnamenti del preparatore dei portieri Giovanni Caropreso. In maglia gialloverde, Zeoli valorizza la sua importanza con i tre rigori parati su quattro. Ne fanno le spese Gallipoli, Virtus Francavilla e Fondi, con cui c’è un bottino di un rigore parato su due. In estate sono forti le pressioni di tante squadre, soprattutto il Matelica, ma alla chiamata di Salvatore Bruno D’Anna il promettente pipelet non può dire di no. Così inizia per lui l’esperienza al Gladiator, caratterizzata fino ad ora dalla concorrenza con l’altro ’97 Giovanni Patella, proveniente dalla Salernitana.

IL MITO DI BUFFON. Nel derby di Aversa, egli ha staccato la presenza numero sei in campionato ed ha contribuito alla vittoria con uno dei due rigori parati. Un riflesso decisivo davanti ai tanti tifosi sopraggiunti da Santa Maria Capua Vetere che lo riempie di gioia: “Vedere tanta gente che ci segue è bello perché il calcio senza ultras non esiste. E’stato bello sentire il boato del pubblico sul rigore parato perché significa che il lavoro che sto facendo con il preparatore Giovanni Caropreso sta avendo i suoi frutti”. Emilio è uno dei tanti tifosi cresciuti nel mito di Gianluigi Buffon, portiere che lui ammira sia come uomo che come calciatore: “Come lui ne nasce 1 ogni 1000 anni”. E sognando di calcare un giorno palcoscenici ancor più prestigiosi, Zeoli si erge quest’anno a protezione del Gladiator, con quella dote che i tifosi sammaritani hanno iniziato a conoscere ed osannare.


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