Gli occhi di gioia della scheggia Traorè: “L’Albanova è la mia famiglia. Scappato dall’Africa sul barcone, dico grazie all’Italia”



Ousmane Moriba Traorè del’Albanova (foto Luigi Scalzone)

CASAL DI PRINCIPE – Certi sguardi valgono più di mille parole. Comprendono speranza e fiducia negli occhi di chi è fuggito dalla propria famiglia e dalla propria terra per lottare per un futuro diverso. Ousmane Moriba Traorè, giovane calciatore classe ’96 dell’Albanova, ha abbandonato tre anni fa il Mali a causa dell’assedio della sua città di nascita da parte dei jihadisti, milizie estremiste islamiche fedeli al gruppo di Al Qaeda. Dopo aver salutato la sua famiglia, ha svolto un viaggio in Niger per poi arrivare in Libia. E da lì, su uno dei tanti barconi che salpano da mesi orsono dalle coste africane, ha attraversato il Mar Mediterraneo per giungere sulle coste della Sicilia.

ALL’ALBANOVA. Nel 2015, con lo status di rifugiato politico, è entrato a far parte del progetto Caritas di Aversa e pian piano ha iniziato a giocare a calcio. A scoprirlo l’Albanova che lo ha tesserato nell’ottobre del 2016 e lo ha fatto diventare parte integrante del gruppo, grazie alla stima dei fratelli Giuseppe e Giovanni Zippo. Da allora Ousmane è cresciuto ed ha segnato la prima rete in maglia biancoazzurra contro il Real San Nicola nel dicembre 2016. Quest’anno il suo minutaggio è aumentato e già ha siglato ben quattro reti in Promozione. La velocità micidiale ed il fiuto del goal sono le doti che fanno dell’atleta una scheggia difficile da arginare.



DECISIVO CON LA VIRTUS GOTI. Spesso l’allenatore Antonio De Stefano lo fa partire in panchina e poi lo inserisce per spaccare le partite. Così è successo a Sant’Agata de’ Goti sabato scorso quando, in occasione del big match contro la Virtus Goti, è entrato al 69’ con la squadra sotto 1-0. Dopo appena tre minuti, grazie ad uno scatto fulminante ha chiuso il triangolo con Perna ed ha siglato il goal del pari. Ed all’84’ ha addirittura avuto sui piedi la palla del ribaltone ma il suo tiro a botta sicura è stato respinto dall’ottimo riflesso del portiere locale Casaburi. Un goal che lo ha reso felice: “Sono molto contento. Il pareggio è stato molto importante, perché non dovevamo perdere questa partita”.

GRAZIE ITALIA. Da pochi mesi si è trasferito da Aversa a Casal di Principe, nel progetto Rifugiato Casa Mia, così da poter allenarsi con maggiore serenità. Ousmane Moriba si sente grato per questa esperienza ed infatti apre il cuore, con gli occhi lucidi, per dire grazie: “L’Albanova è la mia famiglia. Dai presidenti all’allenatore, tutti sono felici per me ed io li ringrazio. Questa è la mia prima esperienza in Europa, dopo che in Mali giocavo solo per divertirmi, e cerco di dare sempre il 100% perché il mio sogno è di diventare un calciatore professionista. In Africa ho avuto tanti problemi, per colpa della crudeltà dei jihadisti sono scappato per venire in Italia dalla Libia. Qui ho guadagnato tutto ed infatti ringrazio l’Italia col cuore in mano”. Parole di gratitudine di un ragazzo che dimostra quanto l’Italia sia un’ancora di salvezza per chi si è lasciato un incubo alle spalle.


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