MARADONA MITO SENZA TEMPO. Con i due ex scudettati del Gladiator Bruscolotti e Carannante trascinò il Napoli al trionfo



Diego Armando Maradona con Giuseppe Bruscolotti

“Siempre MARAADOONA! Genio! Genio! Genio! Ta-ta-ta-ta-ta-ta-ta… Gooooool… Goooool…Quiero llorar! Dios santo, viva el fútbol! Golaaaaazoooooo! Diegooooooool! Maradona! Es para llorar, perdonenme.. Maradona… en un recorrido memorable… En la jugada de todos los tiempos.. Barrilete cósmico”.

Messico ’86, mondiali, Argentina – Inghilterra. Victor Hugo Morales piangendo a dirotto racconta il gol più bello di sempre. Al 55′ il pianeta si ferma: Maradona scarta come birilli gli inglesi e sigla il 2-0 facendo esplodere il pueblo albiceleste. Magia, lacrime e gioia. “¿De qué planeta viniste?” nel mondo risuonano ancora oggi le parole del telecronista che incredulo ammirava quel marziano in campo. Un gol impossibile da realizzare per chiunque ma non per lui, non per El Pibe De Oro. “Gracias Dios, por el fútbol, por Maradona, por estas lágrimas”.  Tutti gli amanti del calcio hanno esclamato almeno una volta nella vita: “Menomale che esiste il pallone!”. Dai ragazzi che giocano per strada, passando per gli adulti e finendo agli anziani il calcio ha sempre significato per gli appassionati sogni, libertà, amore e sentimento. Non c’è però calcio che tenga senza un nome che risuonerà per sempre: Diego Armando Maradona. 



L’AMORE DI NAPOLI. Era il 5 luglio del 1984, al “San Paolo” di Napoli ottantamila cuori battevano all’unisono attendendo il talento del Barcellona approdato all’ombra del Vesuvio. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare la rivalsa sociale e cosa avrebbe significato Diego per noi, nessuno sapeva ancora che D10S avrebbe fatto innamorare perdutamente Partenope dando vita ad un amore infinito e permanente. Diego prese il pallone e dopo aver palleggiato lo spedì in curva, come una promessa lanciata: “Vi farò diventare grandi”. Mantenne quella promessa portando a Napoli 2 Scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Super Coppa ed 1 Coppa Uefa. El Diez prese per mano Napoli facendola salire sul tetto d’Italia e d’Europa, il cielo in quegli anni era ancora più azzurro grazie a lui.

I LEGAMI CON TERRA DI LAVORO. Diego è una parte fondamentale nella vita di ogni appassionato di calcio ma è un onore per noi sapere che anche Maradona porta dentro sè un pezzo di Caserta. Sono infatti vari i legami indiretti di D10S con lo sport di Terra di Lavoro: l’amicizia con l’ex compagno di squadra Volpecina, nato a Caserta. La partita disputata da Diego al “Piccirillo” di Santa Maria Capua Vetere e la presenza negli anni  2014/2016 di Carannante e Bruscolotti nella dirigenza del Gladiator. I due ex campioni d’Italia, amici di Maradona, hanno fatto parte dello staff della squadra sammaritana quando militava in Eccellenza. Bruscolotti ricoprì il ruolo di girettore generale, mentre Carannante passò dall’essere direttore sportivo dei neroazzurri alla guida sulla panchina di questi ultimi.

EL DIEZ NEL MONDO. Quando si parla di Maradona non ci si sofferma solo su Napoli, in ogni angolo del mondo, almeno una volta, si è parlato della grandezza del Pibe de Oro. Quando entrava nel rettangolo di gioco il mondo si fermava, ci si incantava davanti a quell’uomo che di umano non aveva proprio nulla quando si trattava di calcio. Un fazzoletto di campo era un latifondo per lui. L’impensabile era pensabile, l’impossibile era possibile, quello che faceva con il pallone tra i piedi era tremendamente folle e romantico. Diego era genialità, unicità. Diego era il calcio. Dalla statua del Pibe a La Boca a Buenos Aires all’illuminazione dello Stadio Beira-Rio con i colori dell’Argentina in Brasile, dal murales in Siria a quello ai Quartieri Spagnoli di Napoli, dall’altarino fatto dinanzi l’ambasciata Argentina in Cina ai dipinti con il volto di Maradona in Indonesia, dal “San Paolo” illuminato all’unica luce accesa ne La Bombonera, dalle persone scese in lacrime in strada in Argentina a quelle che per amore si sono riversate nei vicoli di Napoli per omaggiare “il Re”. In ogni angolo del mondo si parla del Dio del calcio.

IL SALUTO A D10S. Dal 25 novembre, tutti noi amanti del calcio abbiamo perso qualcosa. Il puzzle della felicità calcistica non sarà mai più completo ora che manca il pezzo principale. Non ti abbiamo più, sai però Diego, c’è una cosa che è più forte della morte: l’amore. L’amore che ci hai lasciato, l’amore per il calcio, l’amore per Napoli, l’amore per l’Argentina, l’amore per la verità, l’amore per i più deboli. L’amore che ci hai dato nemmeno la morte può portarlo via, noi lo teniamo stretto, non lo lasciamo andar via. Niente può scalfire ciò che sei stato per noi, come direbbe Massimo Ranieri nella celebre canzone che 70.000 persone al “San Paolo” ti cantavano: “Si’ stato ‘o primmo ammore…E ‘o primmo e ll’ùrdemo sarraje pe’ me!”. Ora sei libero, ora sei stato restituito alla tua reale dimensione. Bentornato in paradiso, bentornato a casa D10S.


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