Baioni: “Grazie Caserta, sono cresciuto tanto grazie a te”



Giacomo Baioni
Giacomo Baioni

Dopo tre anni di gioie e sacrifici, vittorie e sconfitte, è l’ora del commiato per Giacomo Baioni fresco della nomina di vice allenatore della Dinamo Sassari. E’ arrivato come un sergente di ferro, va via con le lacrime agli occhi e la consapevolezza di essere, comunque, parte di questa comunità: “Provo grande rispetto e riconoscenza per Caserta perché, quando fai un percorso di tre anni dove ho dato tutto, significa che ho avuto tutto da questa città e club – attacca il coach pesarese -. Quando è nato questo percorso tre anni fa non sapevo cosa mi aspettasse. Oggi vado via e la cosa più bella, per uno che fa questo lavoro, è dire che bisogna vivere Caserta nel cammino di un coach: non c’è un giorno da ‘0-0’, è una piazza che ha grande cultura di basket e ti mette pressione ma, al tempo stesso, mi ha fatto crescere. All’interno di questi tre anni ho imparato cosa significa soffrire: ogni anno siamo arrivati a giocarci tutto all’ultima giornata. Il bello di Caserta è questo: soffrire per un obiettivo. In questi anni abbiamo vinto partite incredibili (vedi Trento o lo scorso anno Reggio Emilia e Sassari) ma anche lasciate altre per strada: in questi tre anni c’è qualcosa di concreto ed è il bello di essere parte di Caserta – continua Baio -. Qui mi sono fatto le ossa e lo porterò dentro, se non fossi passato per qui non sarei dove starò. Il rapporto con tutto lo staff è stato splendido e saranno amici miei per tutta la vita. Antimo Lubrano mi ha accolto come un fratello e saremo sempre legati. Mimmo Papa con cui ho passato tantissimo tempo in ufficio, io non so se queste cose sono automatiche ma qui lo è ed è bellissimo. E quest’anno ho avuto la fortuna di lavorare con Antonello Nevola, persona di grande qualità e che mi ha aiutato tantissimo. Così come il rapporto con Sandro Dell’Agnello che mi ha permesso di esprimermi. Qui ho avuto la fortuna di lavorare con Enzo Esposito con cui, tutt’ora, sono in contatto. Ma anche tutte le persone che lavorano qui: Carlo, Umberto, il ragionier Pacifico.

Giacomo Baioni
Giacomo Baioni

Ringrazio Marco Caiazzo per quello che mi ha dato a livello di scouting. Mi porterò sempre dentro Caserta. Io non posso non parlare del presidente Iavazzi: non so cosa farà, ma il patron è stato incredibile con me. Mi ha trattato come poche persone hanno fatto in vita mia e non posso dire niente contro di lui, ho sempre sostenuto Iavazzi e lo farò sempre. Lui ha messo quattrini che hanno permesso la sopravvivenza, ha fatto quello che doveva fare in questi tre anni e, ripeto, mi ha trattato in modo super, è un grande presidente – e gli occhi di Baio diventano lucidi -. Grazie a Caserta ho la possibilità di stare in A e voglio tornare al Palamaggiò l’anno prossimo. La magia nella creazione dei rapporti che ho trovato qui penso che sarà molto difficile trovarla altrove. Mi mancherà il clima del Palamaggiò che ho capito solo vivendo e voglio ringraziare i tifosi per quello che ci hanno dato”. Cosa acquisti da Caserta a livello umano: “Mi porto via il fatto che bisogna guardare aldila del problema: a Siena era tutto inquadrato sportivamente parlando. Qui eravamo tutti nuovi e dovevamo partire da zero oltre a dover capire le peculiarità del posto: qualche problematica c’è stata ma ho imparato tanto. Qui guardi ‘oltre’ e ti fai una corazza, adesso ho capito che devo guardare alla soluzione e non al problema. Qui impari a non stressarti, per me è una grande qualità”. Le cose che ti han dato fastidio di Caserta? “C’è questo grande amore per la Juvecaserta, ogni tanto ci sono degli autogol. Iavazzi non merita gli insulti che ha beccato: lui ha messo tanti quattrini e poche chiacchiere. Anche noi come società abbiamo fatto degli errori e lo sappiamo. Un tifoso mi ha detto: “Quando sei tifoso hai diritto di fare striscioni e battute” ma io dico che ci sono momenti e momenti per fare tutto. L’amaro in bocca è rimasto per quello striscione, abbiamo lottato per quell’obiettivo e se parliamo di serie A è anche grazie al lavoro di tutti noi. Capisco le critiche ma mi sarebbe piaciuto vedere più gente aiutare Iavazzi”. La scelta di Sassari è stata immediata: “Quando mi hanno scelto, ho capito che volevamo stare insieme da subito. E’ stato normale accettare la chiamata. Il primo impatto è quello di una società estremamente organizzato che gioca una partita sul campo ed una fuori che è più importante: il progetto di Sardara è coerente e chiaro. Tutto quello che si fa è in funzione della Dinamo e non esiste l’io, esiste la Dinamo. Una bella piazza dove poter lavorare, cercherò di capire subito cosa vogliono da me”.




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